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SANTA LUCIA DEL MELA – Venerdì, Marco Tardelli allo Juventus Club Doc ”Gaetano Scirea” si racconterà a tifosi e giornalisti

Settembre 28
16:16 2016

Nuovo eccezionale ospite allo Juventus Club Doc “Gaetano Scirea” di Santa Lucia del Mela, che venerdì 30 settembre alle 11 accoglierà in aula consiliare il campione Marco Tardelli, protagonista della storia del calcio italiana, insieme alla figlia Sara. Come sempre ad attendere i tifosi ci sarà una grande festa juventina, preparata con grande cura dal presidente Benedetto Merulla e dai soci dello “Scirea”, per ripercorrere le vittorie conquistate da Tardelli con la maglia bianconera e raccolte nel libro Tutto o niente. La mia storia, scritto in forma di dialogo con la figlia. Indimenticabile icona della vittoria nel Mondiale del 1982, Tardelli si racconterà a tifosi e giornalisti, visiterà la sede del Club luciese e pranzerà con i soci.locandina_tardelli_001

Il libro – Tutto o niente. La mia storia, scritto da Marco e Sara Tardelli, racconta una vita vissuta sempre di corsa, in campo e fuori, ma senza sbandamenti: «Ho lottato per il mio sogno da solo, senza l’aiuto di nessuno. Come regalo ho avuto il talento, tutto il resto me lo sono guadagnato passo dopo passo, centimetro per centimetro».
Dalla copertina: «Il mio urlo è durato 7 secondi. Il mio amico Gaetano Scirea mi ha passato la palla in area e l’ho colpita in scivolata. Rete. Italia 2, Germania 0. Il boato di 90 mila persone. E io ho fatto la cosa che amavo di più: ho corso. Ero inondato dai ricordi, dal senso di riscatto, dall’adrenalina. Quei 175 fotogrammi mi hanno regalato un posto nella storia del calcio. E quell’urlo è stato una scossa elettrica che ha cancellato la mia vita. Non c’è stato più un prima e non c’è un dopo.» A più di trent’anni dall’urlo di Madrid, Marco Tardelli racconta senza reticenze alla figlia Sara la sua storia, nata da una passione assoluta e totalizzante come il primo amore, che nessun ostacolo, nessun rifiuto, è mai riuscito a spegnere: il calcio. L’infanzia passata tra i monti della Garfagnana e la periferia di Pisa, le prime partite all’oratorio di padre Bianchi, che alimenta il suo sogno, contrastato invece dai genitori; i soldi guadagnati durante le vacanze estive come cameriere e i deludenti provini per club di serie A, finiti tutti allo stesso modo: «È bravo, ma con quel fisico non può fare il calciatore». Poi, a soli 20 anni, dopo aver indossato le maglie di Pisa e Como, Marco approda alla Juventus di Gianni Agnelli e Giampiero Boniperti, una grande squadra che è innanzitutto una scuola di vita, e con la quale in dieci anni conquista un’impressionante serie di vittorie: 5 scudetti, 2 Coppe Italia, una Coppa dei Campioni (la tragica notte dell’Heysel), una Supercoppa europea, una Coppa delle Coppe, una Coppa Uefa. Nel mezzo, la gloriosa carriera azzurra con la Nazionale di Enzo Bearzot nell’entusiasmante spedizione in Argentina (1978), in quella trionfale in Spagna (1982) e in quella sfortunata in Messico (1986). E quando l’avventura con il calcio «giocato» sembrava finita, perché sarebbe stato per lui impossibile raggiungere nuovi traguardi, un’inattesa carriera da allenatore condotta con alterne fortune: le gioie provate alla guida delle Nazionali giovanili, le delusioni sofferte sulla panchina dell’Inter e le stimolanti esperienze all’estero, prima come commissario tecnico dell’Egitto e poi come vice di Giovanni Trapattoni alla guida dell’Eire, privato per un gol irregolare di una storica qualificazione ai Mondiali in Sud Africa (2010). Tutto o niente è anche e soprattutto la storia dell’uomo Tardelli, «nato alla buona», di natura ribelle e con un «cromosoma contadino», delle sue molte e diverse amicizie, degli indimenticabili incontri con campioni e colleghi ma anche con ristoratori e taxisti, e dei turbolenti ma inossidabili rapporti con i figli, Sara e Nicola, e le donne della sua vita.

Il Club – Lo JCD “Gaetano Scirea” di Santa Lucia del Mela ha conquistato il primo posto in Sicilia, premiato nel marzo scorso dalla speciale classifica stilata ogni anno dal Centro di Coordinamento che collega la società torinese con i Club “Doc” sparsi sul territorio nazionale. Un riconoscimento che il sodalizio luciese, presieduto da Benedetto Merulla, ha ottenuto grazie al numero di soci e all’intensa attività realizzata in un trentennio di vita. Numeri, e una storia di tutto rispetto, che consente allo “Scirea” di collocarsi tra i primi trenta Club italiani e di accreditarsi come uno dei più presenti al seguito della “Vecchia Signora”, sia in Italia che all’estero. Fondato nel 1984 da Sergio Burrascano, Carmelo Genovese e Giuseppe Mandanici, il Club luciese è oggi punto di riferimento per i tifosi di tutta l’isola, oltre che una delle realtà associative più vitali del comprensorio in ambito sportivo. «Il nostro album degli ospiti vanta grandi nomi della storia bianconera di ieri e di oggi, – afferma Merulla – ma l’attività che con il direttivo e i soci portiamo avanti non si ferma mai,e va dagli incontri a tema con i tifosi ai tornei vari, senza dimenticare le trasferte e un risultato importante come l’intitolazione dello stadio comunale ad un uomo e ad un campione rimasto nel cuore di tutti noi, ovvero Gaetano Scirea, del quale il Club porta il nome». Dell’attuale direttivo fanno parte Giuseppe Miceli e Antonino De Salvatore (vice del presidente Merulla), Maria Manna e Albero De Salvatore (segretari), Filippo Donato e Fabio Grillo (tesorieri), Antonio Amoroso, Lorenzo Giunta, Salvatore Giunta, Santino Giunta, Natale Fiorello, Gianfranco Macca, Marco Siracusa (consiglieri), Gianni Rosario Torre (responsabile informatico), Gerardo Fioralba (Responsabile comunicazione).

 

 

Redazione da comunicato stampa

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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