PATTI – Tindari e villa romana, lo stato di salute dei due siti (di Giuseppe Giarrizzo)
Visitatori in aumento all’area archeologica di Tindari; in flessione la Villa Romana di Patti Marina. A confermarlo sono i dati diffusi dal dipartimento regionale dei Beni culturali, che offrono una fotografia esatta dello stato di salute dei due siti pattesi di maggior interesse storico e monumentale.
I numeri, riferiti al primo semestre del 2014, parlano chiaro: 10.633 i biglietti staccati all’ingresso dell’area archeologica di Tindari su un totale di 22.739 visitatori per un incasso che rasenta i 39mila euro. Cifre in sensibile aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in cui si sono registrati 9.467 paganti su un totale di 21.853 ingressi e un introito di circa 33mila euro.
Ma se gli affascinanti tesori custoditi tra le rovine dell’antica Tindari continuano ogni anno ad attirare sul territorio decine di migliaia di turisti, di contro la Villa Romana di Patti Marina rimane appartata dietro le quinte, a dispetto di un patrimonio eccezionale caratterizzato da mosaici policromi e da reperti storici provenienti da tombe romane risalenti all’età tardo imperiale.
La distanza abissale che separa Tindari dalla Villa Romana trova conferma nei dati del dipartimento regionale: nel primo semestre del 2014 solo 633 paganti su 2.452 visitatori per un incasso di appena 1.103 euro (circa cento euro in meno rispetto al 2013). A conti fatti,tra paganti e non, il sito di via Papa Giovanni XXIII non raggiunge quota 2.500 visitatori, nonostante rimanga, al pari della Villa del Casale di Piazza Armerina, una delle più interessanti testimonianze dell’impero romano in Sicilia.
Lo scarso appeal del sito archeologico dipende da fattori di ordine strutturale e gestionale: una copertura fatiscente e i problemi d’infiltrazione hanno seriamente danneggiato i mosaici, mentre la manutenzione ordinaria è un miraggio ormai da anni. Insomma, il sito rimane abbandonato a se stesso, ma per il sindaco Aquino è necessario insistere: «Ho avviato un’interlocuzione con assessorato regionale e sovrintendenza.
A quanto pare, a parte la somma urgenza di quarantamila euro per la pulitura dei mosaici, potrebbero saltare fuori anche i centoquarantamila euro per la ricostruzione del muro di cinta crollato l’anno scorso e per l’effettuazione di un ulteriore intervento sulla copertura». Intanto si continua a ragionare sul fronte del marketing e rimane in ballo l’idea di istituire un biglietto unico per Tindari e Villa Romana: «Si tratta – ha aggiunto il primo cittadino – di uno strumento importante per pubblicizzare al meglio il sito di Patti Marina. Del resto, considerati gli incassi, non avrebbe senso mantenere una biglietteria unica per la Villa Romana».
Scheda:
Incastonata tra cielo e mare, su di un promontorio da cui si godono panorami mozzafiato, l’antica città di Tyndaris, fondata intorno al 396 A.C. da Dionigi il Vecchio, tiranno di Siracusa, è oggi una delle mete siciliane più gettonate dal punto di vista religioso e archeologico. Ad est il santuario della madonna nera, che attira ogni anno migliaia di pellegrini; ad ovest l’area archeologica con lo splendido teatro greco, la cui cavea si affaccia sulle isole Eolie. Gli ultimi scavi effettuati hanno riportato alla luce solo una piccola parte dei tesori ancora custoditi sottoterra, tra cui un decumano e diverse insule che rappresentano circa il 70% di tutta l’area archeologica.
Venuta alla luce nel 1973, durante i lavori di costruzione di un tratto dell’autostrada A20, La Villa Romana di Patti Marina risale all’età tardo imperiale e si estende su circa 20.000 mq. di terreno, in adiacenza della foce del torrente Montagnareale. Risalente al IV secolo d.C., fu costruita sui resti di un’altra villa, probabilmente risalente al II-III sec. d.C. Presenta parecchie affinità con la Villa Imperiale del Casale di Piazza Armerina e con quella del Tellaro presso Noto. Di particolare pregio alcuni mosaici policromi raffiguranti per lo più animali entro ottagoni frammentati da ornamenti floreali e figure geometriche.
Giuseppe Giarrizzo