Patti24

 Breaking News

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Incremento dei casi e diminuzione delle denunce

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Incremento dei casi e diminuzione delle denunce
Novembre 25
17:10 2020

Oggi, 25 novembre, ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.  La violenza contro le donne viene definita come “qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata”: tutte quelle forme di violenza, dunque, agite contro la donna e rivolte al suo annientamento, psichico e fisico, dettate da contesti socio-culturali che discriminano la donna e negano i suoi diritti (Introduzione della Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’eliminazione della violenza di genere, ONU, 1993). Alla base del fenomeno vi è la convinzione secondo cui le donne debbano assumere comportamenti conformi al loro genere e l’uomo, in quanto tale, ha l’autorità è il potere di controllare la donna o rivendicarne il possesso. 

I dati della violenza contro le donne sono allarmanti e l’attuale pandemia ha ulteriormente intensificato il problema. Gli ultimi dati Istat (Istat, 2020), hanno evidenziato che durante il lockdown le telefonate al 1522 (numero rosa antiviolenza e stalking) sono state il 73% in più rispetto all’anno precedente. Tra queste, il 45% delle vittime riferisce di avere paura per la propria incolumità. Tuttavia, la maggior parte delle donne che subisce violenza non denuncia.

Diversi fattori possono spiegare l’incremento del fenomeno durante la quarantena: l’aumento dei livelli di stress, l’interruzione dei rapporti sociali, la riduzione della possibilità di accedere a servizi e  reti protettive, l’aumento del tempo a stretto contatto con l’uomo maltrattante, le perdite economiche e del lavoro. 

Le violenze, soprattutto in assenza di strumenti e tutele adeguate, possono poi sfociare nel femminicidio. Il  VII Rapporto Eures sul femminicidio in Italia  evidenzia che sono 91 le donne vittime di omicidio nei primi dieci mesi del 2020, una ogni tre giorni. Il 78% di questi episodi avviene tra le mura domestiche, per cui i carnefici sono prevalentemente partner o ex partner.

Nonostante questo scenario drammatico, la violenza di genere non può essere considerata esclusivamente come l’effetto di situazioni emergenziali. Si tratta di un fenomeno complesso, che affonda le sue radici in una cultura caratterizzata  dal mancato riconoscimento di un’effettiva uguaglianza tra i generi, da stereotipi e luoghi comuni radicati e difficili da eliminare. 

Violenza domestica e meccanismi di mantenimento

Se subisce dei maltrattamenti da parte del partner, perché non lo lascia? La presenza di un legame affettivo e di intimità con il maltrattante può rendere estremamente difficile per la donna porre fine alla relazione violenta. Diversi fattori, infatti, possono spingere la donna a giustificare il maltrattante, a tollerare gli episodi di violenza e ostacolare la realizzazione di quello  che sta vivendo. A tal proposito, la psicologa americana Leonore Walker descrive il “ciclo della violenza”, ossia una serie di fasi, che si ripetono ciclicamente, in cui si alternano momenti di tensioni e violenze a momenti di apparente calma, che consentono di comprendere meglio eventuali tentennamenti nell’interrompere il rapporto.  

A questo si associano molteplici motivazioni che rendono difficile la scelta di chiudere la relazione e denunciare, quali la paura delle conseguenze e di una reazione da parte del partner, il timore di essere allontanata dai figli, il tentativo di salvare la propria relazione o la famiglia, la percezione di essere responsabili della violenza, l’assenza di un valido supporto esterno, la scarsa fiducia nei confronti delle autorità o l’assenza di un posto sicuro dove andare.

Violenza di genere, stereotipi e pregiudizi

Accanto ai fattori descritti, si aggiunge la presenza di stereotipi e pregiudizi che impediscono un vero e proprio riconoscimento della violenza nei confronti delle donne e contribuiscono, invece,  a una legittimazione del fenomeno. Stereotipi e pregiudizi sono pensieri, che si traducono in parole e guidano i comportamenti individuali e collettivi.

Sul tema della violenza nella coppia, un’indagine Istat del 2018 ha evidenziato come molte persone ritengono accettabile sempre o in alcune circostanze che “un ragazzo schiaffeggi la sua fidanzata perché ha flirtato con un altro uomo”, che “in una coppia  scappi uno schiaffo ogni tanto” o che “un uomo controlli abitualmente il cellulare e/o l’attività sui social network della propria moglie/compagna”.

Inoltre, persiste il pregiudizio secondo cui la donna ha responsabilità, totale o parziale, della violenza subita. Il 39,3% della popolazione ritiene che una donna è in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero lo vuole. Elevata è anche la percentuale di coloro che  pensano che le donne possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire (23,9%) o ne sono almeno in parte responsabili se sotto l’effetto di alcol o droghe  (15,1%). E’ opportuno ribadire, invece, che nessun comportamento, né tantomeno l’aspetto fisico o l’abbigliamento della donna, hanno una correlazione con la violenza e in ogni caso non la giustificano. Inoltre, gli episodi di violenza iniziano abitualmente per motivi futili.  

Altri stereotipi estremamente diffusi sono:

-“Le donne sono più a rischio di violenza da parte di uomini a loro estranei”. In realtà, come abbiamo visto, i luoghi più pericolosi per le donne sono gli ambienti familiari e gli aggressori più probabili sono proprio i loro partner, ex partner o altri uomini conosciuti.

– “Solo alcuni tipi di uomini maltrattano le donne, ossia coloro che hanno  problemi psichiatrici o che hanno subito violenza nell’infanzia”. Gli studi documentano invece che non è possibile individuare esattamente il profilo dell’uomo maltrattante, un tipo specifico di personalità o una determinata categoria diagnostica. Inoltre,  l’aver subito violenza nell’infanzia non comporta automaticamente il divenire persone violente.

– “La violenza verso le donne è causata da raptus improvvisi o dall’uso di alcol e droghe”. Contrariamente a questa convinzione, la maggior parte degli episodi di violenza sono premeditati: basti pensare al fatto che spesso le donne vengono picchiate in parti del corpo in cui le ferite sono meno visibili. L’essere sotto l’effetto di alcol o droghe può far precipitare la situazione, ma non è la causa diretta delle violenze.

-“La violenza verso le donne riguarda solo le fasce sociali svantaggiate, emarginate, deprivate”. In realtà è un fenomeno trasversale che interessa ogni strato sociale, economico e culturale senza differenze di età, religione e etnia.

Riconoscere e sfatare questi stereotipi è il primo passo per combattere la violenza di genere e fornire un supporto efficace e qualificato alle donne che si rivolgono ai servizi.

Data la complessità e la portata del fenomeno, estremamente utili sono tutte le iniziative di  informazione e sensibilizzazione rivolte all’intera popolazione e soprattutto alle nuove generazioni, affinché vengano dati loro gli strumenti  per riconoscere e gestire la violenza e analizzare in maniera critica stereotipi e pregiudizi, al fine di creare  maggiore consapevolezza rispetto alla costruzione della loro identità e garantire pari diritti e un’effettiva uguaglianza tra uomini e donne.

Bigliografia

-https://www.istat.it/

-Il ciclo della violenza. Il vortice mostruoso di un amore “distorto” https://www.psicologi-italia.it/coppia-e-sesso/violenza-sulle-donne/articoli/il-ciclo-della-violenza-il-vortice-mostruoso-di-un-amore-distorto-0.html  

-Di Trento, N. P. Linee guida per il contrasto della violenza sulle donne. http://www.pariopportunita.provincia.tn.it/filesroot/news/linee_guida.pdf

dott.ssa Collorafi Valentina

 
Patti24
Gruppo Facebook 16.188 membri
Iscriviti al gruppo
 

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.