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SICILIA – Illustrato ai sindacati il nuovo ”scheletro” della rete ospedaliera siciliana.

SICILIA – Illustrato ai sindacati il nuovo ”scheletro” della rete ospedaliera siciliana.
Gennaio 10
15:28 2017

Baldo Gucciardi, Assessore Regionale alla Sanità, ha illustrato ai sindacati il nuovo “scheletro” della rete ospedaliera siciliana. Rispetto a quella presentata il luglio scorso, in questa crescono gli ospedali “centrali” e vengono promosse diverse strutture inizialmente indicate come “presidi di base”. Una riclassificazione che – a parte qualche caso – manterrà, nelle strutture esistenti, anche i pronto soccorsi.

Questo nuovo modello segue quello che suddivide gli ospedali gerarchicamente in “hub” (strutture di II° livello altamente specializzate e integrate); “spoke” (grossi ospedali che dispongono di aree di pronto soccorso di primo livello con funzioni di rianimazione e degenza); presidi di base (che mantengono almeno quattro unità operative come i pronto soccorso, la chirurgia generale, la medicina generale e l’ortopedia); ospedali in zone disagiate (dispongono delle strutture base per affrontare le emergenze).

Tra le novità, scompaiono gli “ospedali di comunità” (poco più che ambulatori con la presenza di medici di base, psicologi e infermieri) e spuntano le strutture in zone “ad alto rischio ambientale”.

La nuova rete “moltiplica” i grossi ospedali. Gli “spoke” diventano 18, mentre dai tre “hub”, ossia le strutture di più grande dimensione che dovevano fungere da centri di coordinamento per tutto il bacino, si passa a otto.

La nuova rete, adesso, dovrà essere sottoposta all’esame anche della commissione Salute all’Ars e poi potrà essere inviata al Ministero della Sanità dove dovrà essere verificato il rispetto dei parametri del più recente decreto ministeriale.

“La nuova rete è un successo, commentano l’ Assessore Gucciardi ed il capogruppo all’Ars di Siclia Futura, On. Beppe Picciolo. Avevamo indicato questo modello di sanità pubblica, “efficace ed efficiente”, quale unica via tecnica da percorrere con l’integrazione tra la vecchia rete ospedaliera (riveduta e corretta) e la rete della emergenza (sul modello della Regione Lazio)”.

“Per la provincia di Messina – ha ricordato Picciolo – adesso vi sono grandi spazi di manovra per i Direttori generali che potranno puntare alla eccellenza sanitaria, alla integrazione tra le varie realtà sanitarie territoriali, pubbliche e private, ed al potenziamento strategico di alcuni presidi ospedalieri disagiati quali Lipari e Mistretta , oltre che al miglioramento della offerta sanitaria per Patti (snodo fondamentale per la rete dell’Infarto miocardico acuto ) e Sant’Agata (per la Stroke di primo livello). Milazzo, Barcellona e Taormina sono invece rientrati – come avevamo già ipotizzato con un pizzico di rigore scientifico – tra i Dea di I livello e ovviamente dovremo essere capaci di saper sfruttare a pieno le enormi potenzialità che da ciò deriveranno al territorio ed a tutti gli operatori del settore” .

 

Sara Gaglio

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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