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SANT’AGATA MILITELLO – Giornata Internazionale delle persone con disabilità. La Chiesa “San Francesco” ha ospitato l’incontro della Diocesi di Patti “Come in cielo così in terra”.

SANT’AGATA MILITELLO – Giornata Internazionale delle persone con disabilità. La Chiesa “San Francesco” ha ospitato l’incontro della Diocesi di Patti “Come in cielo così in terra”.
Dicembre 04
16:52 2023

La Chiesa “San Francesco” di Sant’Agata Militello ha ospitato “Come in cielo così in terra”, in occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità. L’iniziativa è stata promossa e curata dal Servizio di Pastorale delle persone con disabilità della diocesi, diretto da don Dino Lanza, e condotta da Gabriele Miceli. Padre Dino, nel suo intervento iniziale, ha spiegato la scelta di un simile titolo: “L’ho ritenuto importante parlando della persona umana per evidenziarne l’appartenenza e l’identità: siamo figli dello stesso Padre, siamo fratelli e sorelle legati da un vincoli più forti del sangue. Siamo uguali in dignità, siamo uguali in fragilità e diversi in abilità. Siamo l’uno il completamento dell’altro , siamo destinatari della misericordia e della bellezza del nostro Dio che guardandoci non ci vede difetto sima capolavori, unici, originali. Come diceva il beato Carlo Acutis: tutti nasciamo  come originali, anche se tanti muoiono come fotocopie”. 

Siamo – ha proseguito padre Dino – ciò che Dio Padre ha scelto nel mondo per confondere i forti e i sapienti, per ridurre a nulla le cose che sono e non per chissà quale superpotere, ma proprio per quella fragilità che ci contraddistingue”. 

Ecco perché – ha proseguito – ho scelto di non parlare di inclusione, ma di condivisione di abilità, di misericordia, di solidarietà e reciprocità, parola quest’ultima che significa fare un passo indietro per dare spazio all’altro nella vita, cioè assumere l’altro. In fondo come Dio ha fatto con noi, facendosi uomo in Cristo, un Cristo che assumendo la nostra umanità fa continuamente un passo indietro per garantirci la libertà di lasciarci amare e imparare l’unica abilità che fa la differenza, che è la carità”.

Allora parlare di diritti delle persone con disabilità – ha aggiunto ancora – significa guardare ogni persona come destinataria di misericordia, di attenzione, senza la pretesa di ergersi a benefattori ma con l’ultima di farsi compagni di viaggio per garantire lo sviluppo del Regno di Dio, regno di giustizia, di amore e di pace tanto invocato e atteso, oggi più che mai, dall’intera umanità, regno che noi cristiani per primi abbiamo il compito di testimoniare già presente”.

Il significato del titolo del nostro incontro – ha concluso padre Dino Lanza – vuole essere la riscoperta di quel potenziale di bene che noi cristiani cattolici dobbiamo rimettere in gioco, imparando a guardarci non come rivali o estranei, ma come famiglia, come popolo scelto da Dio per are rilevanza alla sua misericordia, al suo amore. Come in cielo regnano la comunione e l’amore, così sia in terra attraverso la condivisione nella reciprocità”.

E’ seguito un momento particolarmente significativo; tre persone – Leo Granata di Sinagra, Franco Vento di Messina e Antonella Dimoli, sempre di Messina hanno voluto condividere la ricchezza del loro vissuto, proponendo le loro esperienze.

Nel trarre le conclusioni dell’incontro il Vescovo Guglielmo Giombanco, che ha poi presieduto anche la celebrazione della messa, ha sottolineato che “come comunità cristiana abbiamo il compito di promuovere evangelicamente la cultura dell’inclusione e dell’appartenenza, con lo stile sinodale di ascolto e di condivisione in tutte le attività programmate nella vita ecclesiale. Nessuno debba sentirsi escluso, tutti hanno il diritto di essere parte viva del cammino di una comunità”.

Per questo ha rivolto l’invito a tutte le comunità ecclesiali della diocesi “ a stare vicino alle persone con disabilità e alle loro famiglie, perché sentano la nostra vicinanza fraterna” e “a impegnarsi promuovere in ogni ambito la cultura dell’inclusione, perché i nostri fratelli e sorelle con disabilità possano sperimentare la gioia dell’appartenenza, senza pregiudizi e chiusure”.

L’incontro si è concluso con un’agape fraterna.

Nicola Arrigo

 
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