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PERCHÉ NON SIA MAI IL FUNERALE DELLA MEMORIA (di Diego Sergio Anzà)

PERCHÉ NON SIA MAI IL FUNERALE DELLA MEMORIA (di Diego Sergio Anzà)
Gennaio 27
12:02 2017

giorno_memoria_005Oggi si celebra la Giornata della memoria per non dimenticare lo sterminio nazista di milioni di ebrei e di centinaia di migliaia di dissidenti politici, rom ed omosessuali. È stata scelta proprio la darà del 27 gennaio perché in questo giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa riuscirono ad entrare nel campo di concentramento di Auschwitz e salvarono i pochi sopravvissuti. Solo in questo inferno le bestie del furher avevano assassinato un milione e centomila innocenti.

In questo 27 gennaio 2017, vedo però poca attenzione sulla Rete e nella comunità mondiale.giorno_della_memoria_004
Dice Primo Levi: “Perché la memoria del male non riesce a cambiare l’umanità? A che serve la Memoria?
La domanda che si pone, e ci pone, il grande scrittore deportato è terribile. Dopo 71 anni ci guardiamo intorno e sembra che davvero a nulla serva la Memoria. Le stragi, le deportazioni, le guerre, l’odio per i “diversi”, continuano ad imperversare. Come se nulla fosse successo, come se fossimo destinati ad inghiottire orrore e lacrime per l’eternità. Forse è così, forse la “banalità del male” è così consustanziale all’uomo che non possiamo liberarcene. Dopo una breve tregua, i demoni si risvegliano e ci impongono il loro potere.
Dice sempre Levi: “C’è Auschwitz, quindi non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo”.giorno_memoria_007

Anch’io non trovo Dio in questa insensatezza della storia umana. Ma non è in Dio, che non esiste, che dobbiamo cercare una benché minima soluzione. L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo, in ogni caso, mai togliere il segnalibro del ricordo.

L’odio antisemita, cominciato inizialmente come una semplice emarginazione, nel giro di un decennio sfuggì di mano, fino a diventare una vera e propria follia di sterminio, in nome della difesa della razza ariana. Mai nella storia c’è stato un precedente più atroce, così lucidamente studiato a tavolino nei minimi particolari, creando dei veri e propri ghetti in cui stritolare e totalmente annientare l’essenza umana. La parola “superiorità” non deve esistere mai più. Bisogna ricordarlo sempre, ogni giorno, perché è nel quotidiano che commemoriamo e celebriamo nella maniera più profonda e tangibile la Giornata della Memoria.giorno_memoria_006

Monito tanto più prezioso oggi, dove discriminare non sembra più politicamente scorretto ma, piuttosto, politicamente gratificante e premiante. Laddove la disperazione degli ultimi spaventa e la soluzione sembra essere distinguere gli uomini e selezionarne i destini a seconda delle rispettive appartenenze. Religiose e territoriali anzitutto. Dai messicani da relegare dietro a un (nuovo) muro, ai profughi africani da abbandonare nei gorghi della morte, ai musulmani da rispedire nei Paesi in guerra. I movimenti politici che fanno della paura del diverso la loro bandiera prosperano in una sorta di legittimato “mors tua, vita mea”. QUESTA È LA BARBARIE.

giorno_memoria_003Io non sono molto convinto, ma voglio credere alle parole di Anna Frank: “È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze anche se esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo che può sempre emergere”.

Per questo, nonostante tutto, diventa ancora più urgente, sotto questo cielo sempre più scuro, in ogni momento ripassare le lezione dell’Olocausto.
Chi dimentica lo sterminio, diventa un complice degli aguzzini di Dachau. Diventa esso stesso uno sterminatore.giorno_memoria_004

Con questi venti gelidi che stanno attraversando le strade del mondo, c’è qualcosa che va addirittura al di là della stessa Giornata della Memoria.
O i pochi giusti del mondo si fanno sentire o non ci resta che rassegnarci per sempre.
Chi non ha memoria del male assoluto, è destinato a ripeterlo in eterno.
Un eterno Olocausto.

 

 

 

Diego Sergio Anzà

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.