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PATTI – Teresa Mannino stasera a Tindari. La palermitana tutto pepe racconta se stessa

PATTI – Teresa Mannino stasera a Tindari. La palermitana tutto pepe racconta se stessa
Agosto 09
11:50 2015

Se è vero che siamo la somma di quello che siamo stati, di quello che siamo e delle scelte che faremo, sicuramente questo spettacolo ci mostrerà ciò che ha reso Teresa Mannino Teresa Mannino!

‘Ho voglia di raccontarmi’ dice Teresa ‘Voglio raccontare al mio pubblico la mia vita, com’ero, come sono cresciuta e come è cambiato il mondo intorno a me’. Un viaggio nella sua infanzia, tra i piccoli e grandi traumi di allora che magari poi si sono rivelati formativi. ‘Sono diventata quella che sono passando attraverso momenti difficili che mi hanno fatto crescere. Ecco, voglio raccontarvi i miei traumi; ad esempio? Ad esempio che ero la terza figlia e quando toccava a me fare il bagno, l’acqua non c’era più. Un classico. E poi voglio parlare dei calciatori di ieri e di oggi e del rapporto genitori figli’.

Così, passando attraverso il racconto della sua infanzia trascorsa nell’ambiente protettivo ma anche adulto e forte della sua Sicilia, dei rapporti genitori e figli, o quello dei mitici anni ’70, Teresa ci racconta la sua versione dei mutamenti avvenuti in questi ultimi anni.

‘La mia forza e determinazione derivano dalla mia famiglia, dai miei genitori che mi hanno amata incondizionatamente. Ero una ribelle ma loro mi hanno sostenuta anche quando non ho seguito le orme familiari, come ad esempio nei miei studi universitari.’
Oggi che da figlia è diventata madre, Teresa individua nel rapporto genitori figli un cambiamento critico per cui siamo diventati iperprotettivi a scapito di bambini che crescono impacciati ed insicuri. ‘Siamo genitori talmente preoccupati di tutelare i figli dai pericoli quotidiani che non curiamo la società nella quale dovranno crescere’.

Tra i traumi della vita non poteva mancare quello del tradimento. La letteratura classica è piena di eroi ed eroine infedeli.

Ma guarda caso le donne che tradiscono non vengono perdonate e di solito muoiono, mentre gli uomini traditori non muoiono mai, semmai sono le amanti a fare una brutta fine! Così Teresa prenderà in prestito la figura dell’eroe classico, quella di Ulisse e, alla luce dei tormenti di Penelope, rivelerà il suo potenziale di antieroe di tutti i tempi.

Sono nata il ventitré è lo specchio dei suoi pensieri; e siccome pensa sempre quello che dice e dice sempre quello che pensa, sarà un’esperienza divertente seguire il suo filo logico.
‘Sono una persona diretta, nel bene e nel male. Questo è il mio pregio ed il maggior difetto. Quando mi interpellano per sapere come la penso rischio sempre di ferire e di essere ferita. Sembra un paradosso, ma la sincerità può essere male interpretata. Anche nella mia carriera, soprattutto all’inizio, quando non mi conosceva nessuno, ho rischiato più volte di lasciare di stucco il pubblico per i miei modi diretti. Ora si divertono un sacco.’

Hanno scritto:

La Mannino sommerge di humor i nostri tempi. Irresistibile performance di critica sociale al Team. Una comicità semplice ma efficace, in cui non manca il coinvolgimento dello spettatore che diventa così parte integrante dello spettacolo… Insomma se dovessimo sintetizzare il ‘pensiero manniniano’ potremmo dire che Teresa è un esperta conoscitrice del genere non soltanto maschile, ma proprio umano nel suo complesso. Gazzetta Mezzogiorno Valentina Nuzzaci 07.02.2015

E’ un tutto esaurito che si fa sentire. E’ brillante, ironica e pungente nei panni della mattatrice di ‘Sono nata il ventitrè’ ma lo è ancora di più quando improvvisa. La sua specialità. Con la Mannino si ride dello scarto dagli anni ’70 ai giorni nostri: sono cambiati i sex symbol e anche il modo di stare al mondo. Giornale di Brescia Elisa Fontana 26.01.2015

Amante del paradosso e delle chiacchiere incrociate, la Mannino nel corso dello spettacolo scritto con Giovanna Donini lascia spazio all’improvvisazione ‘ma non la mia, quella delle persone che invito a parlare’
Corriere della sera Maurizio Porro 02.03.2015

Mannino. Un’odissea vissuta con ironia … Quel che aggiunge la Mannino è l’arguzia (la laurea in filosofia alla fine a qualcosa sarà servita) di entrare nei luoghi comuni, sospenderli in immagini surreali e lasciare che gli spettatori sorridano delle contraddizioni sottilmente evidenziate … tutto è sobrio come una chiacchierata tra amici … un po’ maestrina ma tanto tenera; colloquiale e familiare, dà vita a un cabaret classico, lontano dalla comicità urlata.
L’Arena Simone Azzoni 19.03.2015

Frizzante, simpatica … un monologo di un’ora e quaranta che tiene elegantemente con la solita, irresistibile semplicità comica. L’inizio è scoppiettante ed è intelligentemente creato ad arte per far sentire il pubblico a casa propria, tra amici … lo spettacolo scorre veloce in un susseguirsi di battute, dove le risate sono all’ordine del minuto. Il risultato è davvero esilarante, e la fine purtroppo arriva in un attimo.
Bella.it Mirko Spelta 09.03.2015

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.