PATTI – Signor Calogero, non ti ho dimenticato ! (Editoriale di Massimo Natoli)

Alcuni fogli pubblicati su facebook mi hanno fatto ritornare prepotentemente indietro nel tempo, ricordando chi eravamo e cosa abbiamo fatto.
I fogli battuti a macchina, con cancellature e aggiunte a penna, erano di Calogero Natoli; li ha pubblicati la figlia, Elisa.
Quando li ho visti, ho compreso subito di chi erano, perché quei fogli sono rimasti fissi nella mia mente. Mi hanno fatto ricordare un uomo che, concretamente e con grande umiltà, parlava e agiva; veniva alla sede della radio, in via Randazzo e consegnava a me e a Gianni quei fogli da leggere nel radio giornale.
Metteva in palio attrezzatura da pesca per i nostri quiz e poi ci raccontava cosa aveva fatto….raccogliere i sacchi di plastica a mare, inorridire davanti ai bicchieri di plastica, riciclare tutti gli oggetti che avevano perso la loro originaria funzione, denunciare i disastri ambientali localizzati in ogni dove, accarezzare il maialino che aveva in campagna, ribadire quanto io avevo detto nel radio giornale, in quegli articoli di fondo che a lui piacevano.
Quante parole e quante azioni da parte sua e quanta sordità nei politici di allora che, probabilmente, vedendolo con un atteggiamento pacioso, non lo prendevano sul serio. Ma lui invece era serio. E lo dimostrava con i fatti e non solo a parole. Prendeva la sua barca e girava per il mare, raccoglieva la plastica e portava il “bottino” a casa. Fotografava tutto.
Il sindaco di Gioiosa Marea di allora, Basilio Cusmà Piccione e forse qualche altro sindaco dopo, approvò quel suo singolare raccogliere e ripulire il mare; non gli diede soldi, ma la nafta per girare in barca. E così continuò nella sua attività di ramazza. Ma non era solo il mare ad interessarlo; c’era la situazione ambientale nel paese, a Patti e la sua contrada, San Paolo: acqua col contagocce, strada dissestata, i soliti problemi delle zone decentrate….della serie ma chi se ne fotte delle strade, dell’acqua, dei rifiuti.
Quanta politica inutile allora, quanti piccoli pesci, (per stare in tema del mare); pochissimi parlavano e dicevano e soprattutto facevano sempre cose sbagliate, altri abbassavano la testa e si accontentavano dei piccoli bocconi gettati sotto il tavolo, una buona parte stava ai margini, perché non li facevano parlare. Solo ora, dopo anni e anni di parole, finalmente il problema si è risolto.
Elisa lo ha scritto con soddisfazione, ricordando le battaglie di papà, che sono state in parte anche mie, grazie a lui. Ecco allora che tutto questo, a mio parere, serve per non dimenticare; per non far finire nel dimenticatoio uomini che hanno combattuto le giuste cause, in modo disinteressato. Che si sono scontrati ogni giorno con i muri di gomma, che la sera, ritornando a casa, hanno dormito il sonno dei giusti.
La città di Patti, che ha tanta storia da vendere, non può dimenticare chi ha vissuto certe battaglie; deve ricordare uomini che, senza coperture politiche e senza padrini, con loro stessi e nessun altro, hanno provato a lasciare la loro impronta. Merito a loro, perché pur consapevoli chissà – in qualche piccolo angolo del loro cuore – di essere sconfitti in partenza, si sono alzati ogni giorno, pronti a ritornare, nonostante tutto, sul campo di battaglia.
Massimo Natoli