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PATTI – Sciacca Baratta, un mix di solidarietà e buona gestione (di Giuseppe Giarrizzo)

PATTI – Sciacca Baratta, un mix di solidarietà e buona gestione (di Giuseppe Giarrizzo)
Gennaio 12
07:44 2015

Per la casa di riposo “Sciacca Baratta” il 2014 è stato un anno da incorniciare. Scongiurata nel 2013 la soppressione dell’ente in seguito al provvedimento di sfratto dalla vecchia sede di corso Matteotti, l’opera Pia è riuscita ad ottenere un’ala del convitto Santa Rosa e ad aumentare notevolmente i posti letto destinati all’utenza.

Dopo mesi di trattative con i vertici del centro socio formativo di via Vittorio Emanuele, il nuovo Cda Sciacca Baratta, presieduto dal dott. Gaetano Crisà, ha così risollevato le sorti dell’unica casa di riposo pubblica rimasta in città.

Merito anche del Consiglio di amministrazione del Santa Rosa, guidato dalla prof. Enza Stroscio, che in più occasioni ha dimostrato di saper tendere la mano nei momenti più difficili.

Oggi le due Ipab cittadine convivono sotto lo stesso tetto fornendo importanti servizi sul fronte assistenziale e formativo. Che sia il preludio alla fusione? Difficile a dirsi, di certo le indicazioni dell’assessorato regionale a Famiglia e Politiche sociali protendono verso questa direzione, anche se con la legge di riordino ferma al palo è impossibile, almeno per il momento, allontanarsi dal campo delle congetture.

Intanto lo Sciacca Baratta è passato dagli undici posti letto della vecchia sede ai ventiquattro attuali. Ed altri se ne aggiungeranno nelle prossime settimane dopo la stipula di un nuovo contratto tra i due enti per la concessione in locazione dell’ala centrale del convitto.

Questa ulteriore acquisizione consentirà di allestire altri sette posti letto e raggiungere quota trentuno. Prima, però, sarà necessario completare i lavori di messa a norma. Facile più a dirsi che a farsi: a causa dei tagli regionali le risorse sono sempre più esigue e anche gli interventi minimali rischiano di rimanere impantanati. Per questo l’amministrazione comunale ha deciso di destinare alla casa di riposo un contributo di 4mila euro, «nell’ottica della sussidiarietà e dell’integrazione dei servizi sociali in favore delle fasce più deboli», si legge nel corpo della delibera.

Nel frattempo il presidente Crisà ha stilato un primo bilancio: «Il 2014 – ha dichiarato – è stato per l’Opera Pia un periodo determinante per la sua sopravvivenza. L’acquisizione dei nuovi locali ha dato vigore all’attività assistenziale e ha garantito alti standard qualitativi. Fondamentale anche il lavoro svolto dai dipendenti che nonostante non percepiscano lo stipendio da più di sessanta mesi non hanno mai smesso di fornire regolare assistenza». Solo tre le spettanze percepite dai lavoratori durante l’anno appena trascorso. Una situazione che per Crisà appare «senza sbocco» a causa dell’indifferenza dimostrata dalle più alte istituzioni regionali.

Giuseppe Giarrizzo

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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