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PATTI – Residenti sul piede di guerra, al bando la movida sul lungomare

PATTI – Residenti sul piede di guerra, al bando la movida sul lungomare
Gennaio 21
09:22 2015

Il Dibattito, mai sopito, su quale modello di sviluppo imprimere alla frazione balneare di Patti Marina torna in questi giorni a contrapporre due visioni diametralmente opposte. Da una parte i gestori dei locali notturni, dall’altra alcuni residenti riuniti in un comitato spontaneo.

L’affondo arriva proprio da questi ultimi, i quali hanno consegnato il loro sfogo ad una lettera aperta indirizzata alle istituzioni comunali cittadine e alle autorità preposte alla salvaguarda della quiete, del decoro, della sicurezza e dell’ordine pubblico.

Si tratta di Giuseppe Casella, Santi Zappalà, Antonino Di Bella e Maria Zimbaro, componenti della Consulta territoriale di Patti Marina, secondo cui sarebbe stata consentita, «imprudentemente e con molta leggerezza», l’apertura di attività d’intrattenimento con «musica ad alto volume». Circostanza che avrebbe trasformato il borgo marinaro in «una diffusa discoteca all’aperto, in un rumoroso villaggio turistico, in un parco divertimenti per giovani troppo esuberanti, dediti all’abuso di sostanze alcoliche».

Insomma, la movida “marinota” torna al centro del dibattito pubblico e l’immagine che ne vien fuori, forse un po’ marcata, è quella di una frazione in cui regnerebbe il caos più assoluto.

«Marina – scrivono i quattro residenti – non sente alcuna necessità di importare eccessi e devianze, che hanno già danneggiato l’immagine e le tradizioni che un paese sano dovrebbe invece salvaguardare e valorizzare. Oggi Marina si mostra inospitale, povera e svuotata».

Quale turismo, dunque? Il modello proposto dai residenti ha poco a che fare con la movida giovanile: «I turisti che ci piacerebbe ospitare – affermano – non cercano i locali, tanto meno prediligono concerti rumorosi o giostrai per le vie, ma chiedono accoglienza, sicurezza, pulizia, tranquillità e di poter soddisfare il bisogno di conoscenza delle tradizioni locali».

In sintesi, un turismo educato, agiato e rispettoso, mentre «l’arrivo di caotiche schiere di giovani non può essere la soluzione per lo sviluppo economico di una frazione ostaggio di pochi incompetenti» che approfitterebbero della «mediocrità del momento per sbarcare il lunario».

Parole dure quelle rivolte ai giovani imprenditori di Marina, a cui si aggiungono gli strali contro l’attuale amministrazione, rea di aver concesso ulteriori autorizzazioni per attività dedicate al divertimento giovanile, sfavorendo l’avvio di nuovi esercizi rivolti al pernottamento di vacanzieri con famiglie al seguito.

Denunciata anche l’esigua presenza degli organi preposti al controllo, che avrebbe determinato l’aumento dell’illegalità. Da qui la richiesta di provvedimenti restrittivi per le attività d’intrattenimento ubicate sul lungomare; la chiusura dei locali entro le 24; lo sgombero di gazebo e tettoie dai marciapiedi e dalla pineta; il trasferimento in periferia di manifestazioni e concerti; la percorribilità del lungomare in tutta la sua estensione, per tutto l’anno, in qualsiasi ora del giorno e in entrambi i sensi di marcia, ad esclusione del solo periodo estivo».

 

 

Giuseppe_Giarrizzo

 

 

Giuseppe Giarrizzo

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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