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PATTI – Refezione, stipendi, lavoro e i giovani di oggi (editoriale di Massimo Natoli)

PATTI – Refezione, stipendi, lavoro e i giovani di oggi (editoriale di Massimo Natoli)
Maggio 20
10:05 2015

Massimo_NatoliNon farò come quelle persone che, vedendo la barca affondare, si compiacciono e osservano da lontano, senza dire nulla. Dovrei farlo, forse, ricordando il “sentimento” dilagante – soprattutto quello post elettorale delle amministrative pattesi – quando qualcuno, anche all’interno del palazzo comunale di Patti, parlò che la situazione era cambiata, bellezza! Ma questo la facciano altri, lo faccia chi oggi, come ieri, di dietro si gonfia il petto e davanti fa l’agnellino.

La coerenza è una brutta bestia; ma per una buona parte delle persone è un impegno, portato con grande difficoltà fino alle conseguenze più estreme, questione di coerenza, appunto. Per cui oggi non punterò il dito, perché la refezione è finita anzitempo, perché gli impiegati comunali, effettivi e “contrattisti”, non vengono pagati con regolarità – con i “contrattisti” che rischiano il posto di lavoro – ricordando, comunque a tutti, che al peggio non c’è mai fine.

Chiedano questi impiegati ad altri loro colleghi del settore pubblico e soprattutto del settore privato e non si chiudano a riccio nel momento buono, perché può arrivare – anzi è arrivato e spero che duri poco – quello cattivo. Ma qual’è il punto? Il sindaco di Patti, Mauro Aquino, ha avuto il merito di “inquadrare” la refezione, dando un seguito anche alle osservazioni pungenti e continue del consigliere, Nino Gigante.Lui pure quando era in maggioranza – era sindaco, Pippo Venuto – tuonava a ripetizione, perché le lavoratrici ritornassero al loro posto e ricevessero quanto era stato loro tolto ingiustamente.

Il servizio, come era facile prevedere, è arrivato a livelli eccellenti, ma è finito anzitempo. Colpa di chi? Gli stipendi degli impiegati comunali non vengono erogati con regolarità. Colpa di chi? I “contrattisti” rischiano il posto. Colpa di chi? Io non so di chi è la colpa; so che ci sono priorità e vengono prima di ogni altra cosa, prima degli incarichi dati all’esterno, prima degli spettacoli, del carnevale e di tutto quanto ritenuto non essenziale.

Perchè, certo, qualcuno potrebbe anche storcere il muso, se a Tindari non dovessero esserci spettacoli, se a Patti non dovessero circolare i carri; non dimenticando, poi, le esternalizzazioni.

A questo punto, azzerando quelle “voci”, chi avrebbe potuto dire cosa, se fosse stata mantenuta la refezione fino alla scadenza? Se, magari, all’insegna dei risparmi, la refezione fosse stata mantenuta gratuitamente, come si faceva un tempo, regolando un servizio sociale ed educativo, dando una mano anche a chi – e sono tanti – hanno difficoltà di ordine economico? Certo, qualcuno avrebbe detto cosa, ma sarebbe stato veramente scorretto, se, di contro, sarebbero stati salvati i pasti dei bambini.

Un tempo so che gli amministratori locali si imposero riduzioni di indennità, per realizzare alcuni obiettivi. E se lo avessero fatto per la refezione? E per garantire gli stipendi e i precari? Che lezione avrebbero ricevuto i detrattori di questo esecutivo. Io non “discuto” molto con in numeri – ho odiato la matematica fin dalle elementari – e non so quanto si sarebbe potuto ottenere; ma mi sarebbe piaciuto saperlo, adottando misure diverse, scegliendo anzitempo strade diverse.

E a proposito di situazioni diverse, visto che siamo a Patti e ci conosciamo tutti – o quasi – vorrei sapere oggi cosa pensano alcune persone che ieri erano “galvanizzate”. Per me, non era cambiato e non è cambiato niente – nel modo di pensare – per loro, invece, si?

 

Massimo Natoli

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.