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PATTI – Polo universitario decentrato, il comune punta a recuperare le quote di compartecipazione

PATTI – Polo universitario decentrato, il comune punta a recuperare le quote di compartecipazione
Dicembre 18
12:25 2014

Poche soddisfazioni e tanti debiti. Potrebbe sintetizzarsi così l’esperienza del polo didattico decentrato della facoltà di giurisprudenza dell’università di Messina. Sono trascorsi ormai quattro anni da quando l’ateneo e parecchi comuni della fascia tirrenico-nebroidea siglarono l’accordo di programma quadro che decretò la nascita a Patti del corso di laurea in Scienze giuridiche.

Un anno fa quell’esperienza è miseramente fallita per due ragioni: da un lato il decreto ministeriale n.47 del 2013, a firma Passera, che ha concesso regolarità solo alle sedi decentrate che hanno acquisito lo status di “sede distaccata”, dall’altro l’antieconomicità di un’operazione che oggi lascia sul tappeto parecchi debiti insoluti per via dei crediti vantati e mai esigiti dai docenti che hanno tenuto le lezioni presso i locali dell’istituto teologico mons. Ficarra, in un’ala del seminario vescovile.

Sullo sfondo rimane, dunque, solo l’assoluto menefreghismo di chi ha prima firmato un Accordo di programma per poi considerarlo alla stregua di carta straccia. Nonostante le buone intenzioni iniziali, la stragrande maggioranza dei partner non ha inteso onorare gli impegni assunti, costringendo il Comune di Patti ad adire le vie legali.

L’intenzione dell’ente di Palazzo dell’Aquila è di procedere al recupero giudiziale delle somme non ancora versata dagli altri Comuni. Per questo è stato dato incarico ad un legale di procedere attraverso decreto ingiuntivo nei confronti di quegli enti che non hanno versato le quote di compartecipazione per gli anni accademici 2010/11, 2011/12 e 2012/13.

A partire dall’ex Provincia regionale e dal Comune di Tortorici che devono versare, rispettivamente, 90mila euro e 16mila euro. Dopo due anni di solleciti, diffide e messe in mora, il Comune di Patti punta adesso al recupero giudiziale, nel tentativo di incamerare i 200mila euro utili a sanare i debiti nei confronti dei docenti ed evitare così il ricorso ad azioni monitorie da parte di questi ultimi.

Giuseppe Giarrizzo

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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