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PATTI – Ordinanza di rimozione della canna fumaria, interviene il legale dei proprietari dello stabile

PATTI – Ordinanza di rimozione della canna fumaria, interviene il legale dei proprietari dello stabile
Settembre 30
20:53 2014

Il Comune sospenderà l’efficacia esecutiva dell’ordinanza di rimozione della canna fumaria e il titolare del panificio si impegnerà a cambiare il ciclo produttivo dei forni. Questo l’accordo raggiunto martedì a Palazzo dell’Aquila tra il sindaco Aquino e Giuseppe Furnari.

Ma chi sperava che la vicenda finisse qui si è dovuto ricredere: le due parti hanno fatto i conti senza l’oste, non coinvolgendo i proprietari dello stabile su cui insiste la canna fumaria incriminata.

Sulla faccenda è così intervenuto il legale dei proprietari, Roberto Noschese, il quale ritiene che il titolare del panificio abbia cercato di superare «ogni obbligo di legge affidandosi alle manifestazioni di piazza con la presenza di organi sindacali e politici affinché si affermi che il principio di tutela del posto di lavoro debba sovrastare la legge, il diritto e la legalità».

A detta di Noschese sarebbe inoltre insolito che il Comune, dopo aver adottato l’ordinanza di rimozione, «per annullarne o verificarne gli effetti si sia prodigata per compiacere e soddisfare i manifestanti dipendenti del panificio i quali sono stati inconsapevolmente coinvolti in una falsa rappresentazione dei fatti».

In altri termini, il titolare dell’esercizio non avrebbe alcun diritto a rimanere nell’immobile per averne modificato illegalmente una parte mediante la costruzione della canna fumaria realizzata contro la volontà dei proprietari e in assenza delle necessarie autorizzazioni comunali.

«Mantenere una situazione di illegalità sia nella detenzione dei locali, sia per l’installazione di impianti ritenuti ed accertati dagli organi comunali quali contrastanti con le norme di tutela della salute pubblica, oltre che di quella dei medesimi lavoratori, è pretesa – ha infine osservato l’avvocato Noschese – che in questo ordinamento non potrà mai avere alcun appoggio diretto o indiretto da parte degli organi amministrativi cui è devoluta la tutela dei diritti esposti».

Redazione

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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