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PATTI – Mons. Zambito, ha conferito il ministero di accolito a Massimiliano Rondinella, della parrocchia ”San Nicolò di Bari” di Santo Stefano Camastra

PATTI – Mons. Zambito, ha conferito il ministero di accolito a Massimiliano Rondinella, della parrocchia ”San Nicolò di Bari” di Santo Stefano Camastra
Febbraio 20
11:38 2017

Nella Cattedrale “San Bartolomeo”, gremita di fedeli, l’amministratore apostolico della diocesi di Patti, monsignor Ignazio Zambito, ha conferito il ministero di accolito a Massimiliano Rondinella, della parrocchia “San Nicolò di Bari” di Santo Stefano Camastra, ultimo “gradino” prima del diaconato. Il candidato è stato presentato dal rettore del seminario vescovile di Patti don Basilio Rinaudo che ne ha evidenziato il cammino di crescita e di formazione umana e spirituale.

Nella sua omelia, monsignor Zambito ha sottolineato che “accolito significa servo. Servo è Abramo, serva è Maria, servo è Gesù, il Maestro che ha lavato i piedi ai suoi discepoli chiedendo di imitarlo”. Monsignor Zambito ha, quindi, proposto a Massimiliano Rondinella e a tutti i fedeli presenti, di “vivere” tre verbi: “Chiedi, parla, benedici”. “Chiedere – ha rimarcato – la luce della Parola di Dio e dello Spirito Santo, parlare sempre in nome di Dio, benedire il Padre per tutti i suoi benefici e perché ci perdona sempre”.

Molto suggestivo è stato il momento in cui monsignor Zambito ha consegnato al neo accolito la patena con il pane e il calice con il vino, pronunciando le parole: “Ricevi il vassoio con il pane e il calice con il vino per la celebrazione dell’Eucarestia e la tua vita sia degna del servizio alla mensa del Signore e della Chiesa”.

Nutrita la presenza di fedeli della parrocchia di origine di Massimiliano Rondinella, “San Nicolò di Bari” di Santo Stefano di Camastra, guidati dal parroco don Calogero Calanni, e della parrocchia “Sacro Cuore di Gesù” di Patti, in cui da due anni il neo accolito svolge il proprio servizio, dal pomeriggio di sabato alla sera di domenica, guidati dal parroco don Giuseppe Di Martino.

(Nella foto, da sx, don Calogero Calanni, Massimiliano Rondinella e don Giuseppe Di Martino.

 

 

Nicola Arrigo

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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