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PATTI – Liceo “Vittorio Emanuele III°”. Il Progetto “Tyndaris Agorà Philosophica” è uno dei fiori all’occhiello dell’attività didattico-culturale.

PATTI – Liceo “Vittorio Emanuele III°”. Il Progetto “Tyndaris Agorà Philosophica” è uno dei fiori all’occhiello dell’attività didattico-culturale.
Febbraio 03
19:34 2022

Il progetto “Tyndaris Agorà Philosophica” è sicuramente uno dei fiori all’occhiello dell’attività didattico-culturale del Liceo “Vittorio Emanuele III”, diretto dalla professoressa Marinella Lollo.

Con il primo incontro il “percorso” ha ufficialmente preso il via e si preannuncia ricco di fascino e di “amore per il sapere”.

Si tratta di un Festival della Filosofia e della Cultura Classica per una cittadinanza consapevole, promosso dall’istituto pattese in collaborazione con la Società Filosofica Italiana.

Il primo appuntamento, coordinato dalla professoressa Marilia Gugliotta, realizzato in collaborazione con gli istituti liceali del territorio, della provincia di Palermo e della Calabria, ha avuto come ospiti la professoressa Francesca Gambetti, Segretario Nazionale della Società Filosofica Italiana, Presidente della Società Filosofica Romana e Membro del Comitato Organizzativo Italiano del 25° Congresso Mondiale di Filosofia, ed Emidio Spinelli, docente  Ordinario di Storia della filosofia antica dell’Università “La Sapienza” di Roma, Prorettore al diritto allo studio nello stesso ateneo, Presidente della Società Filosofica Italiana e Presidente del Comitato Organizzativo Italiano del 25° congresso mondiale di filosofia. 

“Nomi eccellenti – sottolinea giustificatamente soddisfatta la dirigente Lollo – per un progetto tematico di grande spessore, che ha avuto come tema il rapporto tra Logos filosofico e dramma politico”.

L’etimologia della parola “logos”, in endiadi perfetta con il termine “politéia”, attraverso l’analisi della professoressa Gambetti, ha offerto l’opportunità di un approfondimento diacronico sulla filosofia del linguaggio, sviluppatasi nel corso della seconda metà del Novecento, rilevando la superiorità dell’elemento distintivo dell’uomo, che è la capacità naturale di generare un linguaggio, e dell’agire comunicativo, già oggetto di disamina da parte dei grandi filosofi greci, da Socrate in poi.

“Superando l’astrattismo speculativo, la riflessione sul linguaggio – ha evidenziato la professoressa Gambetti –  ha consentito ai numerosi partecipanti di riflettere sull’alto valore etico della parola, poiché essa rimanda ai rapporti di uguaglianza e libertà tra i cittadini e il cui valore universale è fondato sulla correttezza, la verità, la veridicità e la comprensibilità”.

“La partecipazione democratica dell’individuo alla vita sociale – ha concluso – richiede, pertanto, come esigenza educativa nel contesto attuale, la conoscenza di molte parole, riconoscendone il loro potere, difendendone il diritto e rispettandone il dovere”.

Da tale riflessione ha tratto spunto il professore Spinelli per presentare la figura poco nota di Giuseppe Rensi, intellettuale inviso al regime fascista e la cui “filosofia inconsueta, fu ostilissima ai più, i quali vogliono dormire pacifici nel letto morbido delle soluzioni conclusive”.

Dal confronto con l’esperienza siciliana di Platone, l’analisi dell’esperienza biografica di Rensi ha consentito “!non solo la scoperta di un pensatore acuto che sostenne la legittimità della legge contro l’affermazione dei regimi tirannici – ha sottolineato il professore Spinelli – , ma anche e soprattutto di valutare la necessità impellente di una paidéia filosofica che stia alla base della partecipazione politica consapevole, poiché anche oggi, come per Platone, “il dramma politico è quello del pensatore disinteressato, coscienzioso e retto, che vede le proprie idee miserevolmente sciupate dal modo con cui gli uomini incapaci, avventati, improvvisatori, ciarlatani procedono a tradurle in pratica”.

Nicola Arrigo

 
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