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PATTI – L’edificio ex casa circondariale, tra i monumenti storici più importanti, si sta sgretolando lentamente.

PATTI – L’edificio ex casa circondariale, tra i monumenti storici più importanti, si sta sgretolando lentamente.
Novembre 16
09:15 2021

Sembra essere caduto definitivamente nel dimenticatoio e, giorno dopo giorno, continua a dare segni allarmanti con la facciata che si sgretola  lentamente così come gli spazi destinati alle guardie di sorveglianza dei detenuti sono ricoperti da fitta vegetazione tra cui anche diverse e grosse piante di capperi. Si tratta di uno dei monumenti storici più importanti del territorio comunale che rischia  di diventare un rudere se non si interverrà con urgenza. Lo sostiene la stragrande maggioranza dei pattesi e, comunque, coloro che ancora amano l’arte e le testimonianze storiche. Un grosso edificio che, fino al 1861, ha ospitato il convento francescano Santa Maria di Gesù dei Minori Osservanti, le cui origini risalgono al 18 febbraio 1478. Costituitosi il Regno d’Italia, nel 1864, venne destinato a carcere.  Stiamo parlando della vecchia casa circondariale, collocata “dentro“  tre vie: Caserma del  Buon Gesù, XX Settembre e Cesare Battisti.

E, in effetti, della necessità di interventi urgenti si parla da tanti anni per salvare la storica struttura,  di proprietà del Demanio dello Stato,  dalla rovina.

C’è da dire che   non sono mancate, nel tempo, iniziative sia a livello politico che a livello privato, con interventi presso il competente ministero di Grazia e Giustizia ma, purtroppo,  fino ad oggi, nessuna risposta concreta è arrivata. 

Addirittura, nel marzo del 2006, l’amministrazione comunale dell’epoca, guidata dal sindaco Giuseppe Venuto, scriveva per l’ennesima volta al Ministero di Grazia e Giustizia facendo presente che l’esecutivo aveva già pronto un progetto di recupero, restauro e adattamento del gigantesco edificio, progetto che prevedeva una spesa di 2.600.000 euro e che, in caso di concessione, si sarebbe accollato tutti gli oneri della manutenzione ordinaria e straordinaria dell’edificio. La richiesta ha avuto lo stesso risultato delle precedenti.

C’è stata, in quel periodo, anche qualche parrocchia cittadina che ha chiesto al Ministero la concessione dell’edificio per trasformarlo, dopo i necessari lavori, in ostello della gioventù ma sarebbe stato troppo, dopo i tanti precedenti, sperare in una risposta diversa.

Anche l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Mauro Aquino ha segnalato il problema a chi di competenza, ma senza risposta.

Oltre al deterioramento dell’edificio, c’è un altro aspetto importante e grave nello stesso tempo che, nonostante le segnalazioni fatte dalla stampa e le proteste dei residenti in un condominio attaccato alla struttura, nessuno ha preso mai in considerazione: sono le enormi vasche in eternit  amianto collocate su  una parte dell’edificio (quella vicina alla via Cesare Battisti) che sono rimaste al loro posto ed è facile, adesso, immaginare in che condizioni si trovino. Infatti, da quando è stata soppressa la sede del carcere (1987) le porte di ingresso e tutti gli infissi sono rimasti sbarrati, tranne un breve periodo, quando la struttura ospitò i militari impegnati nell’operazione battezzata “Vespri Siciliani”. 

E’ auspicabile che la nuova amministrazione “riaccenda” l’attenzione sul problema.

Nicola Arrigo

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Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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