PATTI – Le dimissioni di Lipari … tra tanti perchè e la certezza dell’instabilità che ormai regna da tempo.
Perché a Patti, ormai da tempo, regna l’instabilità ? Perché la vita politico-amministrativa langue ed ha costantemente il….”freno a mano tirato “? Perché una città ricca di storia, cultura, tradizioni, non riesce a risollevarsi? Se lo sono chiesti in tanti, per l’ennesima volta, stamattina, dopo aver appreso la notizia delle dimissioni dell’assessore al turismo Ignazio Lipari, a meno di un anno dal suo insediamento (era l’aprile 2018, quando prese il posto di Achille Fortunato, pure lui dimissionario) presentate – è la motivazione ufficiale – per motivi personali.
Un giovane rampante, deciso, convinto di poter far bene per la comunità cittadina e che, invece, fin da subito, ha dovuto fare i conti con le ristrettezze finanziarie, motivo che, alla lunga, con tutta probabilità, gli ha definitivamente tarpato le ali.
Né il diretto interessato né il sindaco Mauro Aquino sono finora intervenuti in merito, per fare chiarezza su una vicenda che ha del grottesco, anche perché arrivata, quasi come fulmine a ciel sereno, in un periodo in cui Lipari era attivamente impegnato per allestire, nel miglior modo possibile, il Carnevale Pattese.
Non è facile fare l’amministratore…senza soldi, non è semplice fare spesso da cassa di risonanza e da parafulmine per responsabilità altrui, non è facile sentirsi magari “imporre” qualcosa che vada contro le proprie idee e crei un attrito insanabile.
Ripetiamo: stiamo ragionando per ipotesi, ma è quantomeno “strana” la tempistica delle dimissioni. Il che potrebbe far pensare che il motivo scatenante sia legato proprio all’organizzazione del carnevale, a qualche cambio repentino e non concordato delle “carte in tavola”, come se, all’improvviso, l’assessore Lipari si fosse sentito privato della libertà e quasi costretto a sottostare ad altrui volontà.
Resta l’ennesima dimostrazione di come la politica, a Patti, sia diventata quasi un passatempo, un hobby, un’attività personale e non per il bene della collettività. Per cui, alla fine, a pagare le conseguenze delle beghe interne – che il più delle volte restano sconosciute perché nessuno ha il coraggio di dirlo apertamente – sono i cittadini che ancora auspicano che Patti possa finalmente trovare una “via d’uscita” dall’immobilismo e dall’oscurantismo e che, invece, quotidianamente, vedono duramente colpite le loro speranze.
Adesso aspettiamo il “sostituto” di Ignazio Lipari, sperando che, quantomeno, al di là dei “giochi” da coalizioni, arrivi alla fine naturale del mandato.
Nicola Arrigo
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