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PATTI – Gli allievi del “Borghese-Faranda” incontrano Domenico Barrilà

PATTI – Gli allievi del “Borghese-Faranda” incontrano Domenico Barrilà
Maggio 15
11:00 2017

Ancora una volta il “Borghese-Faranda” di Patti, durante quest’anno scolastico che ormai volge al termine, ha centrato l’obiettivo del progetto lettura, dopo la presentazione del libro di Francesco Saporito, Sla…nci , di Daria D’Angelo “Matilde”, dei libri di Carla Maria Russo, il 13 maggio è stata la volta di Domenico Barrilà, psicoterapeuta ed autore di libri, in cui lo scrittore focalizza l’attenzione sull’ influenza delle relazioni sociali sulla psiche, sul mondo dell’adolescenza e nell’ultimo suo libro “Quello che non vedo di mio figlio”, presentato nell’Aula Magna dell’Istituto, sul delicato rapporto con i figli adolescenti.

La mattinata, nella quale sono state coinvolte le seconde classi del primo biennio dell’ Istituto, è iniziata con il saluto del Dirigente Scolastico, professoressa Francesca Buta, la quale si è mostrata entusiasta nell’ospitare per la seconda volta Domenico Barrilà , in quanto, già nel 2013 aveva presentato il libro “ I legami che aiutano a vivere”.

La Dirigente ha sottolineato l’importanza di incontri con autori di spessore culturale e umano, come Domenico Barrilà, il quale entra piano piano nella mente e nel cuore di chi lo ascolta, soprattutto di adolescenti che devono “formarsi” per diventare adulti e, di conseguenza, futuri genitori più attenti osservatori dei propri figli e dei genitori che cercano un supporto per poter “educare” i figli guardando nella giusta direzione.

La professoressa Giuseppina Giancola, promotrice dell’incontro, insieme a Teodoro Cafarelli della Libreria “Capitolo 18” di Patti, libraio, con il quale l’Istituto e i docenti collaborano con risultati culturalmente proficui, sia per la scuola che per il territorio pattese, ha esordito leggendo una sequenza chiave della prefazione del libro dell’ autore, “Un libro per sfuggire al pregiudizio che deforma gli sguardi di noi adulti e trasforma i nostri figli in oggetti misteriosi, spesso in estranei”, sottolineando la difficoltà e l’ostinazione che , a volte, hanno i genitori, gli insegnanti e gli adulti in genere, nell’ osservare i ragazzi, i propri figli, gli alunni nel vederli per quello che realmente sono, continua la docente, bisogna sapere volgere lo sguardo nella direzione giusta per incontrarli e aiutarli. E’ difficile sicuramente, anche perché vi sono genitori, adulti e ragazzi che hanno la presunzione di pensare che il loro modo di agire e il loro dire sia giusto, ergendosi dall’alto del loro piedistallo a giudici e detentori della verità e non ammettendo contraddittori e dialoghi chiarificatori ma, nonostante ciò, sottolinea ancora la professoressa, bisogna provarci, per dare ai ragazzi, soprattutto, la possibilità di migliorarsi e riuscire ad esternare, senza timore, quello che di bello ma anche di negativo hanno dentro.

E’ la volta dello psicoterapeuta e scrittore che esordisce asserendo , “ questo libro è la dimostrazione della mia sconfitta”, continua, l’ho scritto nel 2015 ma c’era qualcosa che non mi convinceva e parlando con un ragazzo dell’età di mio figlio ho capito cosa “ Non ero riuscito a dire che, senza il punto di vista dei ragazzi, spesso originale e libero, annegheremmo negli scarti dei nostri pensieri ripetitivi e talvolta noiosi, che ci avviteremmo negli scarti delle nostre prediche, sulle nostre frasi fatte, sui nostri stati d’animo depressivi, sulle nostre pose da maestrini che raramente avrebbero qualcosa da insegnare davvero, motivo per cui li perdiamo di vista dando naturalmente la colpa a loro […]”.

Domenico Barrilà, coinvolge la platea di adolescenti e di docenti parlando senza tecnicismi, con un linguaggio comprensibile e ricco di aneddoti, di storie che riporta anche nel suo libro, con la modestia dei grandi ha parlato dei suoi dubbi, delle sue perplessità, delle sue sconfitte. Al centro del libro e del suo intervento ha posto i ragazzi e non le regole della psicologia. I destinatari sono i genitori, gli educatori, gli insegnanti, naturalmente anche gli adolescenti, ma come egli stesso ha sostenuto, “questo libro non è il depositario della verità ma una lettura che aiuta ad osservare , a ragionare, e cercare di trovare modalità di relazione fondate sulla cooperazione, a cominciare proprio dal rapporto con i figli, i ragazzi , gli alunni e noi stessi”.

Rivolgendosi ai docenti e agli adulti presenti, ha concluso sottolineando che, non bisogna aver paura di ammettere le sconfitte, perché spesso da esse possono realizzarsi grandi vittorie.
Interessanti le riflessioni che sono scaturite dalle domande degli studenti che ancora una volta hanno dimostrato partecipazione e senso di responsabilità, apprezzando soprattutto il punto di vista di Domenico Barrilà che ha sottolineato l’importanza del rispetto della singolarità rappresentata da ognuno di loro.

Un libro, insomma, ricco di umanità ed esperienza, non ostentata ma umilmente raccontata. I docenti, alcuni genitori presenti, nonché i ragazzi , hanno lasciato la sala, forse, con qualche pregiudizio in meno e con qualche certezza in più, soprattutto sul rapporto che intercorre tra gli adulti, gli adolescenti e viceversa.

 

 

Nicola Arrigo

 

 

 

 

 

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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