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PATTI – L’Anffas ha preso parte al Comitato dei Sindaci riunitosi per l’approvazione del Piano di Zona 2013-2015

PATTI – L’Anffas ha preso parte al Comitato dei Sindaci riunitosi per l’approvazione del Piano di Zona 2013-2015
Ottobre 26
15:47 2015

L’Anffas di Patti ha scelto di essere presente per ribadire quanto già fortemente manifestato durante la partecipazione al percorso di stesura del piano di zona in entrambe le AOD (aree omogenee distrettuali) e che purtroppo in alcuni casi non ha trovato riscontro: “la progettazione socio-sanitaria deve nascere da un’attenta e sensibile rilevazione dei bisogni delle persone e, per quanto riguarda le persone con disabilità, ciò può avvenire solo attraverso l’applicazione sistematica dell’art.14 della legge 328/2000 che prevede che per ciascuna persona con disabilità venga predisposto un progetto individuale che tenga conto di tutte le variabili che ruotano attorno alla persona, delle sue aspirazioni, dei bisogni di sostegno inevasi, di quanto posto in essere attraverso i servizi che già la supportano al fine di migliorarne la qualità di vita”.anffas_26_10_2015_003

L’Anffas di Patti che da 20 anni opera a tutela delle persone con disabilità intellettiva e relazionale è OGNI GIORNO impegnata nel fornire supporto a più di 30 persone con disabilità provenienti dai comuni del Distretto 30 e oggi il Centro Diurno che è attivo dal 2007 rischia di dover sospendere le attività socio-abilitative in quanto attualmente non vi sono fondi per sostenere le spese che mensilmente un Centro Diurno con standard in linea con l’iscrizione all’albo degli enti socio-assistenziali della Regione deve sostenere.

Negli anni 2013-2014 seppur la progettazione del distretto fosse sospesa, l’Anffas non ha mai interrotto il servizio diurno ma sul finire del 2015 la situazione finanziaria del Centro appare drastica tanto che a settembre è stato necessario effettuare un taglio delle ore dei dipendenti e ridurre parzialmente il n. di ore settimanali.

L’analisi dei bisogni e la mappatura dei servizi esistenti svolta per stilare il PDZ ha infatti rilevato come il Centro sia una realtà concreta che dà risposte concrete ai bisogni delle persone con disabilità e alle famiglie in linea con i Lea “livelli essenziali di assistenza” e non si comprende come, se viene rilevato un bisogno e se il territorio offre una risposta seria, efficace e continuativa, l’AOD 2 non abbia saputo rappresentare tale esigenza nel piano di zona a differenza dell’AOD 1 che ha previsto nella progettazione il contributo per un servizio diurno. Non “lagnanze immotivate” e nulla di “inscenato”, solo la volontà forte di chiedere risposta a diritti essenziali.

 

Redazione da comunicato stampa

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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