PATTI – Fruizione beni culturali in Sicilia. Tindari e Villa Romana fanalini di coda?

E se volessimo paragonare il potenziale espresso dai nostri beni culturali a quello di altri siti archeologici siciliani? Semplice: ci sarebbe da impallidire. Che la Valle dei Templi, il Teatro Antico di Taormina e la Villa del Casale di Piazza Armerina stiano una spanna sopra tutti è noto anche ai bambini.Ma scorrendo i dati diramati dall’assessorato regionale ai Beni culturali relativamente al 2014 ci si rende immediatamente conto di quanto, alle nostre latitudini, ci sia ancora parecchio da lavorare.
Lo “specchietto” consultabile sul sito istituzionale dell’assessorato non lascia spazio a fraintendimenti: in termini di accessi e sbigliettamenti, il divario tra la Villa Romana, l’area archeologica di Tindari e i più gettonati siti dell’isola è a dir poco abissale. Ecco qualche cifra: sul colle sacro il numero annuale dei visitatori si aggira sui 51mila – circa 2mila in più rispetto al 2013 – per un incasso che si attesta sui 117.350 euro, mentre la Villa Romana, in netto calo rispetto al 2103, ha fatto registrare solo 4.852 ingressi per un introito di appena 3.120 euro. Ma è scorrendo le cifre relative alla Villa Romana del Casale che ci si potrà fare un quadro più nitido della situazione: ben 322mila visitatori per un incasso di 2milioni 708mila euro. Numeri di tutto rispetto, ma addirittura inferiori a quelli di Taormina e Agrigento.
L’unica notizia positiva vale per tutta la provincia di Messina che con 4milioni 277mila euro di introiti e 862mila visitatori è la prima tra le siciliane in termini di fruizione dei beni culturali con un incremento del 4,71% rispetto al 2013. Naturalmente a recitare la parte del leone è il Teatro antico di Taormina con il museo naturalistico dell’Isolabella (3milioni 933mila euro e quasi 700mila visitatori). Sul podio, ma a distanze abissali, l’area archeologica di Tindari e il museo eoliano “Bernabò Brea” di Lipari che insieme rasentano 240mila euro di incasso per un totale di circa 82mila visitatori.
Sulla Villa Romana, invece, meglio stendere un velo pietoso. Che sul sito di Patti Marina ci sia poco da scommettere, quantomeno sul breve periodo, è ormai chiaro a tutti. Talmente chiaro che le ultime rassicurazioni dell’assessorato regionale circa la risoluzione dei problemi che affliggono la Villa Romana suonano un po’ come l’ennesima presa per i fondelli. Per risolvere i problemi strutturali e gestionali, accumulatisi nei decenni tra l’indifferenza dei più, non basterà qualche somma urgenza, ma bisognerà lavorare sodo per parecchi anni sia sul fronte della manutenzione che su quello del marketing. Tuttavia la sensazione generale è che qualsiasi tentativo di invertire la rotta sia destinato a scontrarsi inevitabilmente con l’esiguità delle risorse e con un modus operandi che tende sempre più spesso a relegare in soffitta i problemi legati alla gestione del patrimonio archeologico siciliano.
Redazione