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PATTI – ”Un errore azzerare la Tasi, ci saranno conseguenze per il comune e i cittadini”

PATTI – ”Un errore azzerare la Tasi, ci saranno conseguenze per il comune e i cittadini”
Settembre 13
16:42 2014

Non esiste amministratore pubblico cui piace imporre ai propri amministrati tasse o balzelli vari. Quando lo si fa, ed a malincuore, vuol dire che c’è una esigenza.
Così esordisce un documento dei consiglieri di maggioranza di Patti, Mariella Gregorio Nardo, Nino Di Dio Calderone e Nicola Giuttari, inviato ai cittadini, per spiegare i motivi che li hanno spinti a votare no all’azzeramento della Tasi.

L’amministrazione comunale, prosegue il documento, aveva scelto di non portare in aula la delibera sulla Tasi. una scelta che avrebbe determinato per legge l’applicazione dell’aliquota minima dell’1 per mille. Una scelta, appunto, necessaria per garantire servizi, per non rischiare di sforare il Patto di stabilità, per non intaccare il pareggio di bilancio che avrebbe gravi conseguenze anche per gli anni futuri.

Il sindaco Aquino ha ereditato dalle precedenti amministrazioni una mole enorme di debiti – più di tre milioni di euro – che in questi tre anni sono stati interamente pagati pur mantenendo inalterato lo standard dei servizi offerti ai cittadini. Anzi, registrando anche un sensibile miglioramento, come nel caso della refezione scolastica. Più di tre milioni con i quali si sarebbero potuti offrire servizi migliori ed anche puntare all’abbassamento della pressione fiscale, già notevole, nei confronti dei cittadini. Purtroppo non è stato possibile. I debiti delle passate amministrazioni esistevano e dovevano essere onorati.Per completare questo percorso di risanamento e fronteggiare i nuovi tagli del governo centrale, era necessario applicare, seppure nella misura minima la Tasi. Rispetto ad una originaria proposta di alcuni colleghi, corredata però da parere negativo degli uffici finanziari, ci siamo adoperati per trovare un’altra soluzione che “accontentasse” tutti, soprattutto i cittadini. Abbiamo formulato una nostra proposta che ha trovato il parere tecnico favorevole del ragioniere. Abbiamo proposto di applicare la Tasi con l’aliquota minima dell’uno per mille solo sulle prime case (già esentate dal pagamento dell’imu) e prevedendo inoltre degli sgravi per le abitazioni monoutente e per quelle rurali.

La Tasi così formulata avrebbe pesato per poche decine di euro a nucleo familiare, ma avrebbe garantito gli equilibri finanziari dell’Ente. Sembrava che la nostra proposta – corredata da parere favorevole dell’ufficio – potesse incontrare il favore dell’aula, ma purtroppo così non è stato. Una parte dell’Opposizione, ancora una volta, ha scelto la logica sciocca del “tanto peggio tanto meglio”, preferendo dire no a tutto ciò che proviene dalla maggioranza. A quel punto tre consiglieri di opposizione hanno deciso di proporre l’azzeramento totale della Tasi, che è stata poi votata da 15 consiglieri. Il risultato: a fronte di qualche decina di euro di risparmio si sono vanificati gli sforzi di un triennio con sforamento del patto di stabilità, riduzione dei servizi ai cittadini, rischio dissesto del Comune con tutte le ovvie conseguenze.

Pur consapevoli che è sempre molto più facile votare contro le tasse e ricevere facili ed interessati elogi, abbiamo ritenuto di votare contro una proposta populista e demagogica, di corto respiro che sarà, già nell’immediato, foriera di gravi conseguenze per l’Ente e, dunque, per i cittadini. Abbiamo preferito non allinearci a chi, per mero calcolo politico e pur di appuntarsi al petto una medaglietta, preferisce arrecare alla collettività un danno tanto grave. Abbiamo ritenuto di guardare al bene di lungo periodo della collettività, anche a costo di fare una scelta impopolare ed essere additati da qualcuno, in maniera interessata, come affamatori del popolo. Siamo fermamente convinti della bontà della nostra scelta e rammaricati, allo stesso tempo, per l’atteggiamento strumentale e rispondente a logiche che auspicavamo definitivamente superate di altri colleghi. Quanto accaduto, comunque, ci sprona a proseguire con ancora maggior determinazione nell’espletamento del mandato guardando al bene comune e nell’esclusivo interesse della città.
Mariella Gregorio Nardo, Nino Di Dio Calderone e Nicola Giuttari

Redazione

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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