Patti24

 Breaking News

PATTI – Elezioni amministrative. Tra restaurazione del passato, alleanze impensabili e timore di perdere le poltrone, tutti impegnati a carpire voti.

PATTI – Elezioni amministrative. Tra restaurazione del passato, alleanze impensabili e timore di perdere le poltrone, tutti impegnati a carpire voti.
Settembre 07
17:29 2021

Manca una settimana alla presentazione ufficiale (si potrà iniziare il 10, ultimo giorno utile il 15) dei candidati a sindaco e delle liste che li sosterranno. I giochi, praticamente, sono fatti  e non ci sarà certo bisogno, salvo sorprese last minute, di attendere fino all’ultimo momento.

A commento quasi unanime, sembrano troppi sei candidati a sindaco in una cittadina come Patti, dato che ciò renderà sicuramente ancora più serrata la lotta, perché anche un solo voto potrebbe fare la differenza e far pendere la bilancia ad uno o ad un altro candidato. A meno che qualcuno non decida di ritirarsi dalla competizione e dare il proprio appoggio ad un altro aspirante alla carica di primo cittadino. E non veniteci a dire che questa è espressione di democrazia ! 

Pertanto, visto l’equilibrio, almeno apparente, non è facile azzardare pronostici e, come detto, tutto si risolverà, verosimilmente, sul filo di lana. Sarà un mese intenso, in cui “mancheranno”, vista la pandemia, i comizi e in cui saranno i social a diventare “voce” della propaganda e magari di attacchi, purtroppo pure ad personam. Oltre, ovviamente, a sfruttare tutte le occasioni propizie per avvicinare la gente: davanti ad un bar, al supermercato, in piazza, ad un funerale (non è un’esagerazione), a un matrimonio, a qualsiasi evento lieto o triste che potesse presentarsi.

Addirittura c’è stato chi si è “raccomandato” alla Madonna del Tindari. Ogni occasione, insomma, anche quella che, in apparenza, potrebbe essere la più insignificante, diventerà “terreno fertile” per provare a carpire una o più preferenze.

In questo periodo, naturalmente, i summit politici si moltiplicano e tutti sono al lavoro per presentare programmi (solito libro dei sogni ?) che possano essere accattivanti. In primis, però, a nostro avviso, dovrebbero essere realizzabili e non campati in aria, perché se andassimo a riprendere tante “promesse” delle precedenti tornate elettorali, si conterebbero sul palmo di una mano quelle mantenute.

Al momento, com’è noto, sono sei i candidati – Anna Sidoti, Giuseppe Raneri, Enzo Natoli, Giorgio Cangemi, Gianluca Bonsignore e Fabrizio Trifilò -; ciascuno di loro ha fatto di tutto per mettere insieme una lista “forte” che l’aiuti a raggiungere lo scranno più alto di Palazzo dell’Aquila.

Saltano all’occhio, anche dei più profani, alcune alleanze impensabili fino a qualche tempo fa, per cui si ritrovano insieme persone “storicamente” avversarie che, molto spesso, non se le sono certo mandate a dire. Usando un paragone evangelico, verrebbe da dire come quando Pilato ed Erode, da sempre in contrasto, divennero amici pur di togliersi dai piedi Gesù. Chiedo venia per aver scomodato il Salvatore, ma vallo a spiegare a chi ha un benché minimo di cognizione delle situazioni politico-amministrative del recente passato, come sia possibile arrivare a tali “miscugli”.

Ovvio che anche questo è segno lampante – e non scopriamo certo l’acqua calda – di come, anche in un piccolo contesto come Patti, non esistano più – e certo non da adesso –  le ideologie e ciò, indubbiamente, potrebbe generare confusione negli elettori, soprattutto in quelli più avanti negli anni. Così come la tanto decantata parola “novità” non riusciamo a scorgerla, perché alcuni schieramenti sono una sorta di restaurazione del passato. Pure questo è logica conseguenza di una politica che non ha mai seriamente coinvolto i giovani, anzi, li ha fatti “scappare”, dando sempre e solo l’impressione di essere riservata “a pochi eletti” e atta esclusivamente ad interessi e sotterfugi. 

Non abbiamo la pretesa di essere detentori assoluti della verità, ma lo scenario che si propone, guardando anche e soprattutto in prospettiva, non sembra dei più rassicuranti, specie se chi uscirà dalla porta rientrerà dalla finestra o qualcun altro resterà ben saldo alla poltrona già occupata.

A nostro avviso la città di Patti ha bisogno, se le si vuole garantire sul serio un futuro, di un profondo rinnovamento nelle persone e nelle idee, che noi non riusciamo proprio a cogliere e che, purtroppo, dovrà essere rinviato, magari, addirittura, di un decennio. E credeteci: non è dietrologia, non è critica a priori; è una semplice constatazione. E su quale futuro dovrà essere garantito alla nostra città ci dovremmo interrogare tutti: chi “uscirà” dal…palazzo, chi vi resterà, chi vi entrerà per la prima volta, ma anche tutti i  pattesi, chiamati, per l’ennesima volta, a “svegliarsi” dal torpore in cui sembrano essere caduti e a riscoprire quella dialettica che, un tempo, faceva di Patti davvero una “nobilissima civitas”. Utopia ? Forse sì, ma perché quantomeno non provarci ?

Nicola Arrigo

 
Patti24
Gruppo Facebook 16.188 membri
Iscriviti al gruppo
 

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.