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PATTI – Come risollevare il centro storico? i suggerimenti della consulta territoriale (di Giuseppe Giarrizzo)

PATTI – Come risollevare il centro storico? i suggerimenti della consulta territoriale (di Giuseppe Giarrizzo)
Gennaio 10
11:21 2015

Da area svalorizzata a bene turistico e culturale in grado di generare sviluppo: in che modo cambiare il volto e la vocazione del centro storico pattese? Una domanda alla quale le amministrazioni comunali che si sono succedute negli ultimi quarant’anni non sono riuscite a fornire risposte convincenti.

Così il centro storico rimane, in parecchie zone, quello che è: un’accozzaglia di casupole al limite della decenza, memoria storica sventrata dal pressapochismo e dall’indifferenza di chi, invece, avrebbe dovuto farne il gioiello della città.

Oggi a riaccendere i riflettori sulle condizioni della Patti vecchia è la neonata Consulta territoriale del Centro storico che ha sottoposto all’amministrazione Aquino una serie di proposte che potrebbero risollevarne le sorti. Nell’ultima assemblea del neonato organismo popolare sono emersi alcuni suggerimenti che tengono conto anche delle risultanze di due sopralluoghi effettuati di recente.

Partiamo dagli interventi di ordinaria gestione del territorio. Secondo i componenti della Consulta bisognerebbe: predisporre un piano di interventi stabiliti in base alle priorità e alla divisione del territorio in zone; calendarizzare le pulizie ordinarie; attivare sinergie con gli istituti professionali per la cura del verde pubblico; emettere un’ordinanza affinché i privati provvedano a pulire giardini e pertinenze e chiudano porte e finestre delle case abbandonate affinché non divengano rifugio di randagi e siti in cui far proliferare discariche.

Sollecitato, inoltre, il ripristino delle condotte idriche in piazza Niosi e dell’illuminazione in piazzetta Greco.
Da rilevare, sul fronte degli interventi extra-ordinari, la proposta di utilizzare una quota dei finanziamenti post-terremoto per valorizzare una zona circoscritta del centro storico (il quartiere S. Antonio) che si presti ad un progetto pilota basato su un insieme di interventi organici in grado di trasformare un’area degradata in un’area sviluppata.

Proposto anche l’esproprio di immobili non più rivendicati dai proprietari e il loro abbattimento o riutilizzo mediante assegnazione con nuova destinazione. Sollecitati, infine, la rimozione e l’interramento dei cavi della pubblica illuminazione posti lungo i muri perimetrali e sulle facciate degli immobili, intervenendo nelle aree cittadine dove maggiore è la deturpazione estetica.

«L’interramento – spiegano i componenti della Consulta – potrebbe già essere effettuato contestualmente ai lavori di rifacimento stradale e dovrebbe diventare una prassi prevista dal Regolamento edilizio nel caso di rifacimento o ristrutturazione delle facciate sia private che pubbliche».

Giuseppe Giarrizzo

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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