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PATTI – Canna fumaria non a norma? Scontro tra Comune, gestore di un panificio e proprietari dello stabile

PATTI – Canna fumaria non a norma? Scontro tra Comune, gestore di un panificio e proprietari dello stabile
Settembre 19
17:17 2014

La_Coccinella_002L’Ufficio tecnico di Palazzo dell’Aquila ordina la rimozione di una canna fumaria installata venticinque anni fa e il titolare del panificio grida allo scandalo. È quanto accaduto sulla via Cristoforo Colombo di Patti Marina, dove il titolare di un’attività di panificazione ha dichiarato di dover avviare le pratiche di licenziamento di dodici dipendenti a causa di un provvedimento che lo stesso definisce «una grave ingiustizia» perpetrata dal Comune di Patti.

La prima ordinanza di rimozione risalirebbe all’aprile scorso, periodo in cui il proprietario fece domanda per l’ottenimento in sanatoria di regolare autorizzazione. Ma la richiesta incontrò il diniego dell’Ufficio tecnico che qualche giorno fa ha disposto la rimozione d’ufficio della canna fumaria.

“Eppure – sottolinea l’imprenditore – esiste un provvedimento comunale che già nel 1988 concedeva al locale l’autorizzazione per lo svolgimento dell’attività di panificazione, mentre nello stesso anno la Camera di commercio di Messina rilasciò la licenza specificando l’esistenza di un forno a riscaldamento indiretto, quindi con canna fumaria. Altre autorizzazioni e permessi di agibilità risalgono al 1992, al 2003 e al 2005”.

Insomma, da più di venticinque anni il locale ha sempre avuto la stessa funzione e si è sempre servito della stessa canna fumaria installata lungo il muro perimetrale del condominio, «nel rispetto – evidenzia il titolare – del decoro architettonico e senza violare il diritto degli altri condomini ad utilizzare la parete comune».

Considerazioni nettamente smentite dai proprietari dello stabile, i quali asseriscono, documenti alla mano, che la canna fumaria sia stata installata nel 2008 in sostituzione della precedente, in spregio ai vigenti regolamenti edilizi e contro il rispetto delle regole di tutela ambientale e paesaggistica. “Comprendiamo il disagio dei lavoratori – ha dichiarato uno dei proprietari dello stabile – ma l’esercente ha avuto diversi mesi di tempo per rimuovere la canna fumaria e adeguare il ciclo produttivo dell’attività. Oggi questa situazione non è più sostenibile a causa dei fumi che parecchie volte hanno invaso l’abitazione dell’ultimi piano”.

Un dossier sulla controversa faccenda è finito sulle scrivanie del prefetto, del sindaco e dei dirigenti del commissariato di Polizia e della compagnia dei Carabinieri di Patti.

La canna fumaria della discordia…
La vicenda ha immediatamente agitato gli animi. Ieri mattina ad attendere la ditta incaricata della rimozione (poi rinviata per un problema meccanico al cestello elevatore) c’erano il titolare del panificio, i dodici dipendenti e il segretario della Cgil di Patti, Stefano Maio.
Insieme a loro anche i consiglieri Nino Gigante e Filippo Tripoli, secondo cui la vicenda è destinata a coinvolgere il Comune in un contenzioso che lo opporrà inevitabilmente o al proprietario del panificio o a quello dello stabile su cui insiste la canna fumaria. «A questo punto – hanno dichiarato i due – riteniamo che l’amministrazione debba andare incontro alla parte più debole, quella rappresentata dal titolare dell’attività e dai dipendenti, e convocare un tavolo tecnico con i sindacati».
E a proposito di sindacati, sulla vicenda è intervenuto Stefano Maio che ha chiesto ad Aquino un incontro per discutere della possibilità di aggirare l’ordinanza. «A giudizio della Cgil – si legge in una nota diffusa dal sindacalista – è necessario mettere attorno ad un tavolo i soggetti interessati affinché si trovi una mediazione per evitare la cessazione di un’attività che offre garanzie occupazionali a dodici famiglie».

Immediata la risposta del primo cittadino che è si reso disponibile ad un faccia a faccia in tempi brevissimi. Niente sconti, però, sull’esecutività del provvedimento: «Quella canna fumaria lì non può stare perché era e rimane abusiva, comprendo le ragioni del titolare ma non possiamo prescindere dal rispetto delle regole e la sanatoria è stata rigettata perché non vengono rispettate le distanze dalle pareti finestrali. Ad ogni modo daremo la possibilità all’esercente di mettersi in regola».
Ed è proprio ciò che chiede quest’ultimo: «Ho presentato un progetto in sanatoria ma è stato bocciato, per cui sarò costretto ad installare dei forni elettrici. Ma i tempi di adeguamento del ciclo produttivo sono lunghi e non posso bloccare la produzione da un giorno all’altro».
Sulla vicenda è intervenuta anche la controparte: «Nel 2008 – ha spiegato Roberto Noschese, legale della famiglia proprietaria dello stabile – è stata realizzata, senza alcuna autorizzazione da parte dei proprietari e del Comune, una nuova e più grossa canna fumaria che è finita sotto accertamento degli uffici di Palazzo dell’Aquila. Oggi il provvedimento va rispettato a tutela dell’ambiente, della salute dei miei assistiti e a garanzia del vigente regolamento edilizio».


La Redazione

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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