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PATTI – Basilica Santuario di Tindari. Tre giovani ordinati diaconi.

PATTI – Basilica Santuario di Tindari. Tre giovani ordinati diaconi.
Dicembre 31
12:44 2022

Carissimi Giuseppe, Nuccio e Salvatore, ci stringiamo attorno a voi, con affetto fraterno, vi accogliamo con gioia e vi esprimiamo gratitudine con il sostegno orante, perché con il vostro si al Signore avete realizzato il sogno di Dio su di voi. Per voi chiediamo il dono di un cuore sveglio e aperto alle sorprese di Dio, perché possiate essere autentici discepoli di Gesù, gioiosi di servirlo nella nostra bella Chiesa di Patti, con tutto l’amore che lo Spirito Santo non mancherà di suscitare in voi”. 

Così il vescovo della diocesi di Patti, monsignor Guglielmo Giombanco, ha concluso la sua omelia pronunciata durante la solenne concelebrazione nella Basilica Santuario di Tindari (era presente anche monsignor Carmelo Ferraro, che ha guidato la Chiesa pattese per 10 anni), nel corso della quale tre giovani sono stati ordinati diaconi. Sono Salvatore Montagno Cappuccinello, 24 anni, originario della parrocchia “Maria Santissima della Catena” di Naso; Nuccio Patti, 24 anni, della parrocchia “San Nicolò di Bari” di  Santo Stefano di Camastra; Giuseppe Vivaldi Maimone, 36 anni, della parrocchia “Santi Nicolò e Giacomo” di Capizzi. “Vocazioni maturate in diversi momenti della loro vita – ha sottolineato nella sua presentazione il rettore del Seminario Vescovile di Patti, don Emanuele Di Santo – : Salvatore fin da bambino, Nuccio in adolescenza, Giuseppe nella gioventù matura”. 

Le comunità dei tre ordinati, oltre che da un nutrito numero di fedeli, erano rappresentate anche dai rispettivi sindaci, Francesco Re di Santo Stefano di Camastra, Gaetano Nanì di Naso e Leonardo Giuseppe Principato Trosso di Capizzi. Era presente pure il primo cittadino di Patti, Gianluca Bonsignore.

Nella Chiesa – ha evidenziato, sempre nell’omelia, monsignor Giombanco, rivolgendosi ai tre nuovi diaconi – avrete la missione di vivere la vocazione al diaconato e al presbiterato in atteggiamento di dono e di servizio, di testimonianza orante, di obbedienza a Dio vissuta con libertà e amore”.

Resti sempre impresso nel vostro cuore – ha esortato il Vescovo – il gesto di Gesù che lava i piedi ai discepoli. Con questo atteggiamento Gesù vi chiede di vivere il ministero diaconale e poi sacerdotale guidati dall’amore che dona sempre nuove ragioni d vita. L’amore è la misura di ogni valore nella vita cristiana e ministeriale esso fa fiorire la propria umanità, cancella ogni colpa, risana ogni ferita dello spirito, rimedia ogni sconfitta, motiva ogni slancio e ogni scelta”.

Nicola Arrigo

 
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Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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