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PATTI – Assemblea Ecclesiale Diocesana, seconda giornata. Il Vescovo Giombanco ha esposto le linee portanti del cammino per il nuovo anno pastorale.

PATTI – Assemblea Ecclesiale Diocesana, seconda giornata. Il Vescovo Giombanco ha esposto le linee portanti del cammino per il nuovo anno pastorale.
Ottobre 18
15:41 2023

Discernimento, cambiamento, ascolto, esperienza del Risorto, corresponsabilità sono le parole-chiave sulle quali si è soffermato il Vescovo Guglielmo Giombanco esponendo le linee portanti del cammino per il nuovo anno pastorale nel corso della seconda giornata dell’Assemblea Ecclesiale Diocesana, celebrata nella Concattedrale “Santi Martiri del XX secolo”, a Patti.

Ovviamente, tutto inserito nel contesto del cammino sinodale che vivrà, dopo quella narrativa, la fase sapienziale, che avrà il suo centro nel discernimento “un allenamento, un esercizio continuo” – ha specificato il Vescovo.

La fase sapienziale – ha evidenziato – ci permetterà di cogliere anche le provocazioni che giungono dal mondo esterno, che non sono l’antitesi della Chiesa ma la sua meta”. Com’è noto, l’icona è quella dei discepoli di Emmaus: “Dobbiamo camminare insieme – ha precisato il Pastore della Chiesa Pattese – mantenendo il passo di Gesù e ciò richiede una conversione autentica, personale e comunitaria. Sarà un tempo per interrogarci, per capire cosa dobbiamo cambiare in noi, nelle nostre comunità e attorno a noi, nella speranza che come i discepoli di Emmaus possiamo fare esperienza del Risorto”.

Il Vescovo ha esortato alla “parresia nel parlare e all’umiltà nell’ascoltare, avendo come orizzonte la crescita della comunità”; ha, inoltre, sottolineato che “la nostra Chiesa, quest’anno, per evitare la dispersone concentrerà l’impegno su tre proposte indicate dalle Linee Guida della Cei: la formazione alla fede e alla vita, la sinodalità e la corresponsabilità, la missione secondo lo stile della prossimità”.

Ha ribadito la necessità di una formazione “che deve accompagnare tutte le età della vita e non può essere relegata solo alla preparazione ai sacramenti”; a tal fine, ha esortato al “coinvolgimento delle famiglie ai momenti di catechesi dei ragazzi, proponendo incontri con momenti di ascolto della Parola, di riflessione sull’importanza della fede e nella vita personale e familiare. Non incontri sporadici, ma un vero itinerario di crescita e di formazione alla vita cristiana. Non dobbiamo dimenticare che il Cristianesimo è nato in una famiglia e rinascerà nelle famiglie che accolgono la luce della fede al proprio interno”.

A proposito di prossimità, monsignor Giombanco ha rimarcato la necessità di “porsi sulle strade dell’uomo per diventare anche noi pane spezzato per i fratelli; ciò comporta il dono di se stessi, la condivisione del pane, l’accoglienza del forestiero, fare spazio agli altri nel proprio cuore, gesti di misericordia. Come Gesù dobbiamo sedere a mensa con chi ha bisogno di conforto e di speranza e al momento della condivisione riconosciamo la presenza del Signore che abbiamo contemplato nella celebrazione eucaristica”.

Il Vescovo ha fatto anche riferimento alla Visita Pastorale alla diocesi, che inizierà in novembre nel vicariato di Sant’Agata Militello (“Sono chiamato a mettermi sulle strade della diocesi per accompagnare il cammino di tutti voi e al tempo stesso essere accompagnato da voi”) e alla preparazione al Giubileo del 2025 (“una preparazione che, secondo quanto richiesto da Papa Francesco, sia orante”).

E’ seguita la Liturgia della Parola, durante la quale si è pregato anche per la pace nei Paesi devastati dalla guerra, con specifico riferimento all’attuale situazione nella Terra di Gesù. A tal proposito il direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano, don Pierangelo Scaravilli, ha letto un “passaggio” di un discorso tenuto da Papa Francesco il 25 ottobre 2022, con l’invito di “elevare la nostra preghiera aDio che sempre ascolta il grido angosciato dei suoi figli”.

Quindi, il Vescovo ha consegnato la Lettera Pastorale “Attorno alla stessa mensa con Gesù” ai presbiteri, ai rappresentanti delle comunità parrocchiali, dei gruppi ecclesiali e delle comunità religiose.

Inoltre, il cancellieri don Filadelfio Alberto Iraci ha dato lettura del decreto di indizione della Visita Pastorale alla diocesi.

Il primo giorno dell’Assemblea si è, invece, svolto nel Palauxilium dell’ Istituto Zito, a Sant’Agata Militello. La stessa è stata incentrata sull’intervento del professore Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica, sulle Linee Guida del cammino sinodale nelle Chiese in Italia “Si avvicinò e camminava con loro”.

Notarstefano ha evidenziato che bisogna “incentivare la conversazione nello Spirito, che è stato il tratto della precedente fase narrativa, vale a dire convertire il nostro modo di incontrarci, attraverso l’ascolto della Parola e della vita delle persone. La Parola, infatti ci legge la vita e la vita ci aiuta a capire la Parola”.

La fase sapienziale – ha aggiunto – ci farà leggere e ordinare le sfide, soffermandoci su cinque macrotemi: la missione secondo lo stile della prossimità; i linguaggi della comunicazione; la formazione alla vita nella fede; la sinodalità permanente e la corresponsabilità; il cambiamento delle strutture. Tutto questo finalizzato ad una pastorale integrata”.

Sinodo – ha proseguito – significa costruire veramente una comunità inclusiva, dialogante, provando a guardare tutti verso la stessa direzione”. Da qui la necessità di creare alleanze fra giovani e adulti, fra uomini e donne e con il territorio. “Questo – ha rimarcato Notarstefano – è un tempo straordinario, è il tempo che il Signore ci ha dato, un tempo in cui ciascuno è chiamato a dare ragione della speranza, in cui il Signore fa cose grandi anche in quelle persone che riteniamo lontane, che hanno sbagliato. Un tempo pieno di drammi, ambiguità, amarezze, ma un tempo in cui impegnarci, in cui costruire comunità significative. Tutto ciò comporta un cambiamento di stile, anche per aiutare la Chiesa ad aprirsi di più, ad essere una tenda che accoglie molte più persona, una Chiesa come la gente la desidera, non di carta, ma di carne”.

Nicola Arrigo

 
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