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MORTI PRIMA DI MORIRE (di Diego Sergio Anzà)

MORTI PRIMA DI MORIRE (di Diego Sergio Anzà)
Novembre 15
10:16 2016

Il neomodernismo capitalista con le sue luci fatue, con la mercificazione dell’etica e con le pluricrazie, ha creato, in tutto il mondo occidentale, comunità sociali anestetizzate e narcotizzate. Indignazione, protesta, disobbedienza, sono ectoplasmi che vagano ai confini più reconditi della nostra esistenza. Può succedere di tutto, anche le più oscure nefandezze, ma nulla smuove la nostra inerzia morale. È in atto una spoliticizzazione completa. Siamo diventati un gran corpo senza nervi, senza più riflessi. La strada maestra, fatta di qualunquismo, di conformismo e di alienante egoismo, è già definita e giornalmente percorsa. Verso il vicino e comodo CENTRO COMMERCIALE.

Negli Usa entra alla Casa Bianca un cretino razzista con i rubinetti d’oro sul suo aereo. Tranne qualche sporadico raduno di liberals, avete visto un corteo d’indignazione nelle strade del mondo?

Ad Aleppo, donne, uomini e bambini muoiono a grappoli. A Mosul i demoni dell’Isis impiccano ai pali della luce cento innocenti. Si è mosso un corteo?
Anche in queste ore prosegue la via crucis dei disperati del mare. Si è mosso un corteo? Avete visto i girotondi della sinistra “solidale e progressista” ?
Va in scena il teatrino, da ambo le parti, della banalizzazione della nostra Carta costituzionale. C’è qualche corteo di protesta in giro?
L’ingiustizia sociale ha raggiunto limiti insopportabili. Indignazione diffusa e concreta? Manco a parlarne.

La corruzione dilaga e le mafie divampano. Come se nulla fosse.
La cultura si aggira smarrita alla…ricerca di un autore. E chi se ne frega!

I ras dei vari governi fanno finta di siglare atti di resipiscenza sull’inquinamento ed intanto si acuisce l’asfissia della Terra. Proteste? Sì davanti…. al nuovo smartphone o al coltello che taglia la pizza del sabato sera.

I verbi più gettonati sono ignorare ed accontentarsi. Perché è più facile accontentarsi che vivere per realizzarsi ed anche per inseguire un sogno, un’utopia. Per dare un senso alla vita.
“Chi si accontenta gode”, è la filosofia predominante dei Cetti Qualunque. Inconsapevoli (o consapevoli?) interpreti dei finti soddisfatti, degli infelici camuffati, dei depressi sorridenti e dei falliti pseudo ignari. Nessuno si ricorda più che di notte si sogna e di giorno si combatte. Non c’è altro da fare.
CHI SI ACCONTENTA, MUORE PRIMA DI MORIRE.

Nessuno sente la grande voce di Pepe Mujica: “Abbiamo inventato una montagna di consumi superflui. E viviamo comprando e buttando. E quello che stiamo sprecando è tempo di vita perché quando compri qualcosa non lo fai con il denaro, ma con il tempo di vita che hai dovuto utilizzare per guadagnare quel denaro. L’unica cosa che non si può comprare è la vita. La vita si consuma. Ed è da miserabili consumare la vita per perdere la libertà”.
La libertà, aggiungo io, anche di sentire il dolore degli ultimi, dei vinti, degli oppressi, degli sfruttati. La libertà di aprire gli occhi oltre il nostro piccolo orizzonte. La libertà di indignarci e di lottare.

 

Diego Sergio Anzà

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.