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MILAZZO – Gestione del dopo dissesto, Formica si appella al decreto “Salva debiti”

MILAZZO – Gestione del dopo dissesto, Formica si appella al decreto “Salva debiti”
Agosto 05
08:04 2015

Il sindaco Giovanni Formica ha tenuto ieri mattina una conferenza stampa per parlare delle strategie che l’Amministrazione intende portare avanti per riorganizzare la gestione finanziaria del Comune dopo la sentenza del Tar che ha annullato il dissesto.

“Questa pronuncia del Tar rappresenta sicuramente un fatto nuovo che non ha precedenti – ha esor-dito il primo cittadino – in quanto è arrivata a distanza di oltre due anni dalla dichiarazione di disse-sto con un Organo straordinario di liquidazione insediato e pienamente operativo e delle anticipa-zioni finanziarie accese per pagare i creditori. Per tale ragione ho deciso di interagire direttamente col ministero degli Interni ed in particolare con il direttore della Finanza locale, dottor Verde. In-sieme abbiamo valutato le varie soluzioni e fatte le opportune valutazioni, questa Amministrazione ha deciso che il percorso più adatto è quello di ricorrere al decreto 35/2013, denominato “Salva de-biti” che proprio qualche mese addietro, col decreto Enti Locali del giugno 2015 è stato rifinanziato con la somma di circa 650 milioni di euro a disposizione dei Comuni in difficoltà che faranno ri-chiesta. Milazzo presenterà istanza per ottenere le somme necessarie a saldare tutti i debiti sino al 31 dicembre 2014 e anche i debiti fuori bilancio alla stessa data riconosciuti nel 2015. Anche i tempi non saranno lunghi. Infatti siamo in attesa della circolare esplicativa ma nel frattempo procederemo ad una ricognizione dei debiti – attendiamo il rendiconto dell’Organo di liquidazione – per essere certi di richiedere quanto occorre per far sì che il Comune possa tornare ad essere sano”.

Il sindaco ha spiegato che la somma concessa dovrà essere restituita in 30 anni con un interesse che si aggira sull’uno per cento. “Diciamo che rispetto al dissesto si cambia istituto – ha detto ancora Formica – fermo restando che la situazione debitoria del Comune non è stata cancellata dal Tar. Con questo strumento, che al tempo in cui fu deciso di ricorrere alla dichiarazione di default non era ancora in vigore, abbiamo meno vincoli, non c’è la necessità di portare al massimo le aliquote e anche gli interessi sono più bassi. Diciamo che cambiano solo i tempi: 30 anni rispetto ai 10 previsti dalla precedente anticipazione, ma sostanzialmente questa dilazione non è penalizzante per i cittadini visto che favorisce altre aperture”.

Il sindaco di Milazzo ha poi lanciato un appello ai creditori. “Col dissesto avrebbero (alcuni l’hanno ottenuto) preso il 60 per cento della somma. Con questa nuova procedura si può arrivare a pagare l’intero debito, auspicando ovviamente che ci venga erogato tutto quanto richiesto. Chiedo a chi è titolare di un credito di pazientare per qualche mese e non avviare azioni esecutive perché queste andrebbero ad incidere poi sulla somma totale costringendoci ad adottare misure diverse. Da Roma mi è stato assicurato che i tempi per ricevere il finanziamento e quindi poter pagare saranno brevi e quindi ritengo che nel giro di un paio di mesi e comunque entro fine anno la situazione potrà norma-lizzarsi”.

Dal punto di vista operativo, l’Amministrazione dovrà riallineare tutti i bilanci. “Dovremo revocare il Conto Consuntivo 2012 e rifare tutti gli strumenti finanziari sino ad oggi, anche perché in atto ci muoviamo in dodicesimi col bilancio preventivo 2013. Contiamo di farlo in maniera sollecita per poter, dopo l’approvazione in giunta, trasmetterli al Consiglio Comunale. Ho deciso di costituire una task force nel settore finanziario, coordinata dal mio esperto prof. Melo Martella, docente uni-versitario e da altri funzionari (è ritornato in servizio dopo un periodo di aspettativa anche il ragio-niere Carmelo Caravello) in maniera tale da procedere a tutti gli adempimenti interni e trasmettere al Ministero la richiesta di finanziamento”.

Redazione da Comunicato

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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