MILAZZO – Il commissario straordinario ha approvato il consuntivo 2011
Il commissario straordinario del comune di Milazzo, Valerio De Joannon, ha approvato il conto consuntivo 2011 per il quale la Regione aveva nominato anche un commissario ad acta, nella persona del dottor Carlo Turriciano. Un provvedimento che arriva a distanza di tanto tempo e che chiude definitivamente ogni legame col passato, visto che la situazione debitoria sino al 31 dicembre di quell’anno dovrà essere curata dall’organo straordinario di liquidazione, con una gestione assolutamente separata da quella ordinaria.
Un Consuntivo che chiude con un disavanzo di amministrazione consolidato di oltre 10 milioni di euro tutti provenienti dal passato, evidenziando infatti che la gestione di competenza 2011 ha avuto un utile di due milioni e 551 mila euro, ovviamente inadeguati per coprire il maxi debito maturato nell’ultimo decennio e che la commissione di liquidazione ha quantificato in circa 60 milioni di euro.
«Quanto venuto fuori dal consuntivo oggi approvato, dopo l’adozione della giunta, dal commissario straordinario De Joannon – ha detto l’assessore al bilancio, Pippo Midili – è la fotografia di dieci anni di gestione allegra delle finanze che hanno determinato una voragine di 60 milioni di euro che hanno gravato e gravano sulle tasche dei cittadini. Ecco perché il dissesto è stato un atto ineludibile. Dalla documentazione si evince chiaramente la presenza di gravi irregolarità nei bilanci degli anni precedenti, attraverso il mantenimento di crediti inesistenti o inesigibili e con questo stratagemma venivano effettuate spese che mai l’Ente avrebbe potuto pagare. Questa Amministrazione già nel 2012 ha sollecitato l’ispezione dell’assessorato agli Enti Locali, inviando la documentazione anche alla Procura della Repubblica. Il Consuntivo infatti chiude con un disavanzo proveniente dai dieci anni precedenti pari a 10 milioni di euro. Se a queste cifre aggiungiamo i debiti fuori bilancio accertati e quelli da accertare comprensivi di una enorme mole di interessi e rivalutazione monetaria, oltre alla consistente anticipazione di cassa utilizzata, ecco che arriviamo ai 60 milioni di euro di “buco”.
Redazione