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L’ASCIA DEI COSI (di Diego Sergio Anzà)

L’ASCIA DEI COSI (di Diego Sergio Anzà)
Gennaio 13
10:48 2017

NON HO DUBBI: A TUTTE LE MADRI CHE PARTORISCONO FIGLI COME ERIKA, OMAR, MASO ED I DUE MASSACRATORI DI PONTELANGORINO, DOVREBBE ESSERE IMPOSTO L’ABORTO PER LEGGE.

Direte: e come si fa a sapere prima cosa viene fuori? Certo, non si può. Allora bisognerebbe…posporre l’aborto. E, lo so, non si può neppure questo. Siamo civili, umanisti, crediamo nel recupero, siamo sublimi giustificazionisti. Quasi tutte balle, non ci credo. C’è un limite alle interpretazioni psico-sociologiche. Il mostro che c’è in ognuno di noi, può anche affacciarsi e brandire un’ascia per motivi anche esogeni. Ma se il mostro viene fuori, in questa spaventosa evidenza, va schiacciato. Non vedo altre soluzioni.

Vogliamo fare un po’ di chiacchiere. Facciamole, per accontentare i buonisti ad oltranza.

Freud dice che tutti noi abbiamo pensato, almeno una volta nella vita, di uccidere qualcuno (quanti ne ho io in testa!). Se non l’abbiamo fatto è perché sono intervenuti dei freni inibitori: il rispetto e la cultura della vita, il timore della legge e della punizione, eccetera. Oggi però siamo immersi in una società pulsionale, priva di tabù in cui la famiglia viene vissuta come uno spazio privo di freni inibitori: il dramma, paradossale, è che ci permettiamo di essere più violenti con le persone che più ci amano. Anche perché la famiglia (come del resto la scuola) non suggerisce più un’idea di autorità, di rispetto, di educazione, di coesione. E anche in casa il senso della morte è scaduto, banalizzato, come se fosse una semplice malattia: un’equivalenza diseducativa. E più che la morte, è il senso della vita che è stato cosificato. Tutto è diventato una cosa, un oggetto, un orpello. E come si fa con le cose, quando ci disturbano, ci sentiamo autorizzati a mandarle all’inferno. Le strade “ammorbidite” dai papà e dalle mamme, di fatto poi restano sempre impervie, perché così è l’esistenza. Prevale, nei confronti dei figli, un ipocrita iperprotezionismo. Siamo diventati i sindacalisti di questi bamboccioni, senza la volontà di insegnare loro come superare gli ostacoli da soli. E così nella bambagia, grandi poltroni proliferano e, sempre più spesso, piccoli mostri crescono. Aggiungiamo che in questo mondo volutamente competitivo…solo per cose, la scuola è sempre più fonte di conflitto familiare. Specie in situazioni, tutt’altro che rare, in cui c’è un’identificazione molto forte dei genitori con i figli: quasi che il voto basso fosse recepito come un giudizio negativo sulla capacità di essere padri e madri. Tutto ciò si traduce in un aumento della pressione e dell’ansia che compensano la difficoltà di far crescere i figli.

Bene, abbiamo fatto questa piccola disquisizione. Serve a qualcosa? No, per nulla. Tra qualche mese, in un’altra comoda villetta si scateneranno di nuovo i demoni. Magari questa volta a ruoli invertiti. Ed allora? Allora, o chiudiamo il mondo a doppia mandata e ne decretiamo la fine, oppure schiacciamo la testa ai cosi quando non sono riusciti a diventare altro se non assassini.

E le nostre responsabilità? O, per meglio dire, le colpe di questo mostruoso modello economico e sociale di non sviluppo umano? Questione di poco tempo: c’è un’immensa ascia che affonderà nella testa di tutti.

 

 

Diego Sergio Anzà

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.