FURNARI – Discarica di Mazzarrà. Il sindaco Crimi contro l’”ecomostro” cerca adesioni e condivisioni : ”E’ a rischio l’incolumità delle persone”

Levare alta la voce contro l’”ecomostro” dagli effetti nefasti, subiti ormai da anni, che troneggia sul costone prospiciente l’alveo del torrente Mazzarrà. E’ l’intento primario dell’incontro, promosso dall’amministrazione comunale di Furnari, in programma, a Palazzo Marziani, il 17 febbraio alle 17.
“Vogliamo sensibilizzare le coscienze, ove ce ne fosse bisogno, – spiega il sindaco di Furnari Maurizio Crimi – e condividere un documento da inoltrare al Presidente della Regione, affinchè abbia conoscenze delle resistenze a cui andrà incontro qualora volesse assecondare l’istituzione di impianti di trattamento su larga scala”.
“L’ecomostro – denuncia Crimi – è’ imponente con la sua massa abnorme, dimorante a poche centinaia di metri dal centro abitato di Furnari. A guardarlo attentamente incute paura e angoscia e nel contempo ammonisce le coscienze pulite. A causa della totale assenza di manutenzione, tutti sanno che l’invaso costantemente trasuda veleno (percolato) aggravato dall’inerzia e dalla negligenza umana riconducibile alla colpevole non messa in sicurezza di tutto il sito”.
“Inoltre – insiste Crimi – c’è un concreto rischio di crollo derivante dalle possibili avversità atmosferiche di piogge torrenziali che posso finire per trasportare milioni di metri cubi di “monnezza putrefatta” direttamente nell’alveo del Torrente Mazzarrá, inquinando irrimediabilmente le falde che alimentano l’approvvigionamento idrico del comune di Furnari”.
La stessa Tirreno Ambiente ha dovuto constatare che l’eccessivo cumulo di rifiuti in altezza ha determinato instabilità e relativa frattura che taglia diagonalmente l’abbancamento.
Il 3 Novembre 2014, i Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto e il Nucleo Operativo Ecologico, su disposizione del Gip del Tribunale di Barcellona, hanno eseguito il sequestro della discarica. Le violazioni di legge e i reati ipotizzati sono molteplici. Infatti, il Tar ha rigettato il ricorso presentato da Tirreno Ambiente contro le decisioni e le determinazioni con la revoca delle autorizzazioni dell’Assessorato Territorio e Ambiente assunte nel corso delle diverse conferenze di servizio”.
“Dalla data di sequestro – incalza Crimi – sono trascorsi più di tre anni e non si riesce a mettere in sicurezza il mostro-discarica di cui si è servita mezza Sicilia e per alcuni periodi anche altre regioni. Per oltre un decennio i cittadini di Furnari e della zona a valle del sito, come Vigliatore e Tonnarella, hanno subito impotenti le angherie di chi d’imperio e senza rispetto ha avvelenato l’aria che si respirava e tutta la zona. E’ a rischio l’ incolumità delle persone”.
Il sindaco di Furnari fa riferimento anche alle dichiarazioni del sindaco di Mazzarrá Sant’Andrea Carmelo Pietrafitta “il quale intenderebbe riportare il sito agli antichi splendori con la compartecipazione di soci privati presenti in Tirreno Ambiente o attingendo a finanziamenti pubblici per la realizzazione in loco dell’impianto di trasformazione dei rifiuti differenziati in biogas e biometano nonché della rete di captazione di due impianti, uno per la riconversione del biogas in energia e l’altro per la lavorazione del percolato”.
“Anziché pensare a redigere un progetto idoneo di messa in sicurezza della discarica, a seguito delle osservazioni formulate dalla Regione Sicilia, in risposta al primo progetto presentato con evidenti carenze, garantendo in questa maniera i diritti e la salute dei cittadini dei paesi appestati dalla discarica, la Tirreno Ambiente di cui il comune di Mazzarrà Sant’Andrea è azionista di maggioranza, pensa, con l’attivazione degli impianti di biostabilizzazione dei rifiuti (impianto citato dal sindaco Pietrafitta ma non dall’amministratore Sonia Alfano) e del percolato, di ridare nuova e lunga vita a questo infausto sito che a tutt’oggi è sottoposto a provvedimento di sequestro giudiziario”.
Secondo Crimi, “la messa in sicurezza e la gestione post mortem della discarica, per la quale la Tirreno Ambiente ha già riscosso e dilapidato i soldi dai cittadini, sono le uniche cose da farsi con urgenza, atteso che la salute dei cittadini è preminente. Furnari e la sua gente hanno già subito e pagato un caro prezzo per la realizzazione e la gestione della discarica e non sono più disposti a tollerare altro. I cittadini di Furnari ora sono stanchi di subire le volontà altrui e per tale ragione, così come hanno già fatto qualche anno addietro con successo contro la realizzazione di un impianto a bio massa in contrada Maraffino, si opporranno, promuovendo tutte le azioni politiche, e ove occorra giudiziarie, e manifestazioni di ogni genere, alla creazione di qualsiasi impianto nella discarica di Mazzarrà Sant’Andrea”.
Per questo, Crimi chiede “l’adesione e la condivisione a questa battaglia in nome del diritto inalienabile alla salute pubblica dei Furnaresi e di tutti i cittadini dei paesi vicini. Dobbiamo unirci affinchè in tutte le sedi istituzionali preposte arrivi il nostro grido di protesta. Come già hanno fatto nella manifestazione del 27 agosto 2107, che ha visto una grandissima partecipazione, i cittadini e le associazioni del comprensorio sono pronti alla mobilitazione collettiva di protesta e di opposizione ove si intenda avviare qualsiasi attività sul sito di contrada Zuppà”.
Nicola Arrigo