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CASTELL’UMBERTO- “Attori Sbarrugati” domani in scena con “Fatti, fatturi e FATTAZZI”. (di Elena Favazzo)

CASTELL’UMBERTO- “Attori Sbarrugati” domani in scena con “Fatti, fatturi e FATTAZZI”. (di Elena Favazzo)
Aprile 24
10:42 2016

Domani 25 Aprile alle ore 21, la Compagnia Teatrale degli “Attori Sbarrugati” metterà in scena “Fatti, fatturi e FATTAZZI”, con il patrocinio del Comune di Compagnia Teatral, presso il Cineforum Comunale.

Alla regia la giovanissima e vulcanica Sara Catania, nome noto e ricorrente nelle attività culturali e di animazione legate al comune umbertino, che ha sibillinamente spoilerato: «cosa c’è da aspettarsi? Risate, molte risate!». Impossibile declinare l’invito se a farlo è proprio lei, che passava intere giornate nel cortile di casa presentando spettacoli immaginari: «la prima volta che sono entrata al teatro Massimo credo di aver perso il respiro per qualche secondo. Lì ho capito che dovevo approfondire la mia passione per il teatro».fatturi_fatti_e_fattazzi_004

“Fatti, fatture e FATTAZZI” è una commedia brillante in tre atti dell’autore Pino Giambrone. Totalmente in dialetto siciliano, parla di una famiglia dedita alla credenza popolare del malocchio. Il protagonista, don Vicenzu u magu, tira avanti la famiglia grazie al suo “potere” di risolvere i fatti che avvengono in paese. A lui si rivolgono i vicini di casa e gente da molto lontano, anche benestanti, che tramite miscugli, pozioni e polverine magiche vedono risolversi mala sorte e intrighi che colpiscono le loro famiglie.

Ma non mancheranno sorprese inedite e colpi di scena. La versione “sbarrugata” sarà infatti un adattamento: «la cosa più difficile è stata aggiungere parti al copione per permettere a tutti i ragazzi che si sono avvicinati alla compagnia di avere una piccola parte in scena. Questa commedia, infatti, è un adattamento a quella del grande Pino. Ho inserito personaggi che non esistono nel copione originale, anche per mettere un po’ di pepe ad una commedia di per sé molto divertente».

fatturi_fatti_e_fattazzi_005La preparazione è stata abbastanza complessa: «per mettere in scena questo spettacolo ci siamo impegnati molto. Proviamo da sei mesi ininterrottamente, con tre incontri settimanali. Riuscire a regolare gli ingressi e le uscite di scena di 12 personaggi che si susseguono non è stato semplice, ma la professionalità e la serietà di questi attori ha permesso di svolgere le attività di prova nel migliore dei modi». Compito della regia è personalizzare ogni singolo spettacolo attraverso piccoli accorgimenti, «che sia di scenografia o recitazione poco importa». È stata la compagnia ad affidare a Sara il ruolo della regia: «è sicuramente un lavoro duro, bisogna attenzionare ogni singolo particolare per l’ottima riuscita dello spettacolo. Credo che l’appellativo “regia” sia solo un dovere di copione, perché in realtà tutti noi siamo registi di questa compagnia. Ognuno ha dato il suo contributo. Siamo tutti registi, tutti scenografi, tutti costumisti.fatturi_fatti_e_fattazzi_006 Tutti siamo utili e nessuno indispensabile. Credo fermamente che gli attori, quando sono in scena, abbiano solo bisogno di un punto di riferimento, di incrociare lo sguardo di qualcuno nel caso di qualche titubanza. Hanno bisogno di sentirsi rassicurati e sostenuti. Io cerco di essere il loro angelo custode. Li affianco durante lo spettacolo, mi complimento con loro e cerco di dare la carica giusta affinché diano il massimo. Devo però ammettere che sono dei ragazzi molto capaci e versatili. Riescono ad adattarsi ai vari ruoli, ricordano le parti degli altri personaggi, si sostengono a vicenda e se qualcuno ha un cedimento riprendono la situazione in mano con un’estrema capacità di improvvisazione! Spesso resto seduta in platea e li lascio fare: mi rendo conto che nonostante non siano attori professionisti non hanno alcun bisogno di una regista, piuttosto di un’amica».

La compagnia, «nata un po’ per gioco nell’ottobre del 2014», come ha raccontato Sara, ha mosso i primi passi sperimentando nel tentativo di riportare in auge la grande tradizione umbertina «delle commedie estive in piazza, costituite da giovani e non, che tenevano degli spettacoli esilaranti. Da lì l’idea di far rinascere un gruppo che potesse intrattenere e divertire un pubblico per un’intera serata».

Un sodalizio spontaneo quello degli “Attori sbarrugati”, che ad oggi si autogestiscono economicamente e rappresentano un’importante realtà di sano aggregamento, costituita da bambini e ragazzi dai 6 ai 40 anni. Gente comune, «con l’unico scopo di divertirsi facendo divertire».
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fatturi_fatti_e_fattazzi_003I 24 componenti, di cui attualmente consta la compagine, sono riusciti col tempo a ricreare un ambiente lavorativo in cui regnano serenità e fermento creativo, condivisione di emotività e solidarietà, tanto che Sara la definisce più una «famiglia», che una semplice compagnia: «abbiamo imparato a condividere anche problemi personali e sicuramente ogni componente aiuta l’altro a superare ogni cosa. Spesso organizziamo delle cene per stare insieme e conoscerci meglio e cosa fondamentale, ad ogni prova assaggiamo un dolce che ognuno prepara con dedizione e amore. Più famiglia di così!». Il debutto avvenne all’agosto 2015, con il primissimo spettacolo “U Zitu marucchinu” nello splendido scenario della piazza centrale di Castell’Umberto: «Il pubblico?! Meraviglioso, divertito, estasiato ed euforico. Nei primi minuti dello spettacolo eravamo in preda al panico ma quando abbiamo sentito ridere la piazza, incredibilmente colma di gente (come se ci fosse il concerto per la festa del patrono), ci siamo sentiti carichi. Spesso le risate sovrastavano le voci degli attori e credetemi, non c’è migliore gratificazione di sentire un pubblico divertito. Chi fa teatro sa che la cosa più complicata è far ridere una platea. E noi ce l’abbiamo fatta, per più di un’ora e mezza». Seguì l’acclamatissima replica ad ottobre 2015, in occasione della festa di San Francesco in contrada Vecchio Centro.

Quello del 25 Aprile sarà il terzo appuntamento per apprezzare il talento degli Sbarrugati, il cui lavoro, portato avanti alla stregua di un hobby, è in realtà occasione di grande crescita artistica e umana non solo per la compagnia, ma per l’intera comunità: «Il teatro nobilita e permette di crescere. Il mio paese è di per sé un vero paradiso. Ci sono moltissime associazioni, si organizzano eventi di spiccata importanza , manifestazioni culturali, concerti, attività sportive, di volontariato, e chi più ne ha più ne metta. Il teatro è un valore aggiunto. Il teatro ci rende liberi, ci mette alla prova, ci educa. Non importa se si mette in scena una commedia o un’opera lirica, il teatro va sfruttato in tutte le sue forme. Il mio migliore auspicio è che questa meravigliosa realtà possa crescere ancora, per questo invito sempre la gente ad avvicinarsi al nostro gruppo. Spero vivamente di portare avanti questo progetto. Ci credo molto e sto mettendo tutta me stessa, le mie esperienze e le conoscenze acquisite grazie agli studi universitari. Voglio condividere una citazione di Charlie Chaplin che ho fatto mia: “La vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Quindi, canta, ridi, balla, ama, piangi e vivi intensamente ogni momento della tua vita, prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi”».

 

 

Elena Favazzo

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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