Patti24

 Breaking News

CAPO D’ORLANDO – A tu per tu con l’artista: Franco Reale. (di Elena Favazzo)

CAPO D’ORLANDO – A tu per tu con l’artista: Franco Reale. (di Elena Favazzo)
Maggio 24
11:14 2016

Franco_Reale_005Dovremmo imparare a guardare ciò che ci circonda con occhi innamorati. I luoghi in cui abbiamo la fortuna di vivere, sono un tesoro che si rischia di rovinare, se lo si trascura con sguardi disattenti. Questo è il messaggio insito nella forza ispiratrice di “Terra Mia”: dal 15 maggio e fino al 15 giugno, al civico 2 di via Trieste, il Circolo Aurora ospita la Mostra Personale di Pittura di Franco Reale.

Scorci del comune paladino, della natia Naso, delle terre legate all’infanzia e al vissuto dell’artista, insieme a ritratti di visi cari e sinuosità curvilinee di nudi femminili, sono i protagonisti che affascinano e ammiccano nelle stanze in cui troneggiano in solitaria contemplazione. Le bianche pareti trasudano vita mista a salsedine, e dalla galleria che conduce a San Gregorio, il villaggio dei pescatori, si scorge un mare frastagliato, invernale, con il suo movimento d’acqua e di ombre, che vuole scuotere con la stessa carica irrequieta la sensibilità di chi lo osserva: «all’ingresso si possono ammirare scorci con l’acqua frastagliata per dare la sensazione di movimento, del mare grosso, non del mare calmo, estivo».Franco_Reale_003

Gli occhi azzurri e vivaci dell’artista raccontano un’intera vita dedicata all’arte. Sono appena trascorsi sei anni dal suo ritorno a casa, dopo aver abbandonato la vita d’Accademia di Moda e Costume fondata negli anni ’70 nella capitale. Si percepisce una leggera stanchezza quando la sua mente si immerge nei ricordi, come se quei km li ripercorresse nuovamente in un sospiro: «sono andato via a 13 anni, non so come ho potuto fare, prendere la valigia legata con lo spago e andare a Milano! Allora impiegavi 2 giorni e mezzo per arrivare. Le cose si fanno per necessità di camminare. A Naso sono rimasti tanti amici miei che avevano talento, erano grandi artisti».

Franco_Reale_002Ma Franco Reale, ragazzino, ha avuto quell’incosciente coraggio che solo gli animi più puri e indomiti hanno. Non ha avuto paura di sprovincializzarsi, di scoprire cosa il mondo avesse in riservo per lui. Racconta dei numerosi viaggi fatti in America del Sud, ricorda con sincera nostalgia la Bolivia, «paese stupendo, qualcosa di meraviglioso, una cultura eccezionale, la gente legge molto, va a teatro, ama la musica. Ogni tanto il desiderio di tornarci c’è»; e tra un aneddoto e una riflessione, vengono fuori nomi di alunni, che oggi sono artisti affermati e apprezzati in tutto il mondo. E a molti di essi, che continuano ad aggiornarlo sulla propria carriera e sui progetti lavorativi, è legato da un rapporto di stima e affetto: l’educatore, l’insegnante, ha lasciato il posto all’amico.Franco_Reale_007

L’umanità dell’artista è impressa nella tela insieme ai soggetti ritratti. Le modelle sospese nella loro nudità furono muse per uno studio sul corpo femminile compiuto negli anni romani. Il ritratto di un amico d’infanzia recentemente scomparso, e immortalato appena un anno prima, da lo spunto per commemorarne le grandi doti calcistiche e personali; Novara di Sicilia, paese del nonno dell’artista, offre un perfetto scenario per esaltare umili comparse, come un anziano signore del luogo. E ancora scene di allegre e spensierate corse a cavallo, animale amatissimo dal pittore; volti di persone care, quasi siano stati delicatamente accarezzati dal suo pennello.
Sovrano assoluto è il territorio: «quando siamo abituati a vedere sempre questa bellezza, non ci facciamo più caso! Abbiamo un sole in Sicilia che da dei colori unici: ho dipinto un quadro con 30 tonalità di verde, forse anche di più!».

Dopo aver girato il mondo, incontrato gente e vissuto diverse realtà, il bisogno di “casa” è stato più forte della sua stessa natura cosmopolita: «te le porti appresso le radici, puoi stare ovunque, ma il legame resta. Abbiamo un tesoro e non lo apprezziamo, lo trascuriamo: le uniche persone in Sicilia che abbiano fatto qualcosa per la Sicilia, sono gli artisti». E proprio oggi che ricorre il 24esimo anniversario della strage di Capaci, in cui venne assassinato un Siciliano che quest’Isola l’aveva marchiata nel cuore, le parole di Franco Reale risultano picchiettate di colore sgargiante che vuole sbalzare fuori da uno sfondo grigio: «Sciascia, Pirandello, Tornatore, solo per citare alcuni esempi nel mondo dell’arte: loro ci rappresentano davvero, oltre la mafia! Dobbiamo lavorare e imporci per migliorare la nostra terra, bisogna vedere le cose con amore, non con occhio disattento».

Franco_Reale_001Dipingendo una visione lucidissima del presente, l’artista rievoca la cittadina di Naso che lasciò da bambino: «Aveva 9000 abitanti, cinque, sei negozi di tessuti che richiamavano gente da tutta la Sicilia, sartorie su misura, artigiani con le loro botteghe, parrucchieri… Adesso è tutto diverso, ma basterebbe poco per riprendere la situazione. Questi piccoli paesi di collina devono capire che è finita l’era del campanilismo! Bisogna aggregarsi ad altri paesi, e cercare di andare avanti! Si potrebbe per esempio riprendere le case disabitate e ospitare turisti provenienti da tutta l’Europa, collegare i paesi di mare: l’acqua è vita, è vicino ad essa che si sviluppano le civiltà. Capo d’Orlando diventerà qualcosa di straordinario grazie al porto».
Quella di Franco Reale non è arte fine a se stessa. L’energia, la curiosità e la giovinezza sempreverde schiusa in quegli occhi cristallini, mischiandosi e amalgamandosi come tempere sulla tavolozza, si tramutano in impegno, senso civico e speranza per il futuro, tanto dal punto di vista artistico, quanto dello sviluppo del territorio e delle sue risorse, che vanno preservate e potenziate. Promotore di varie iniziative didattiche, corsi di disegno e pittura, disegno di modelli di sartoria, ricamo e cucito, in sinergia con le realtà associative e di promozione sul territorio, l’artista ha da sempre messo a disposizione la sua competenza artistica poliedrica: ricorda le collaborazioni con Enza Mola, Presidente della Pro Loco di Sinagra, che ha creduto nella valorizzazione dei mestieri antichi e delle tradizioni, con un coinvolgimento professionale, attivo e gratuito di donne e giovani: «credo che in questi comuni organizzare dei corsi di disegno e pittura per chiunque, dalle signore che il pomeriggio stanno davanti alla tv ai bambini, è una cosa che apre la mente! I ragazzini che imparano ad amare l’arte hanno meno probabilità di imboccare brutte strade. Serve combattere la noia, educare all’arte».Franco_Reale_006

Oltre alla pittura, oltre ai viaggi, oltre alle stoffe e agli abiti di alta sartoria, oltre l’adorata figlia che vive in Costa Rica, oltre al mare frastagliato, oltre la sua Naso, c’è un altro amore. Quello per il teatro. «Faccio parte di una compagnia teatrale da quando sono tornato in Sicilia, cioè da 6 anni, e abbiamo messo in scena vari spettacoli. L’anno scorso ho deciso di mettere su uno spettacolo per conto mio, tradotto in italiano dal napoletano: “Filumena Marturano”, di Eduardo De Filippo, scritta nel ’46, una commedia attualissima. Siamo a buon punto, e a fine luglio dovrebbe essere pronta. La prima sarà a Naso, gli attori sono tutti della zona, Naso, Ficarra, Capo d’Orlando…»
Instancabile, insaziabile. Franco Reale dice di essere timido e di non amare lo stare sotto i riflettori. Invece i suoi quadri per un po’ se ne staranno sempre lì in bella vista, tutti i giorni dalle 15.00 alle 20.00: «Io solitamente scendo da Naso e sto qui un paio di ore. Non mi aspettavo tutto questo entusiasmo, la gente che mi contatta per complimentarsi e mi cerca su Facebook». Intanto il via vai di chi entra al Circolo per ammirare la mostra continua. Varcando la soglia per tornare a casa, si percepisce sensibilmente una leggerezza d’animo: l’arte rende liberi. Davvero.

 

 

 

 

Elena Favazzo

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.