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BARCELLONA P.G. – Omicidio di Crisafulli Roberto, in carcere il fratello Alessandro

BARCELLONA P.G. – Omicidio di Crisafulli Roberto, in carcere il fratello Alessandro
Maggio 17
09:46 2015

Alle ore 05.30 di ieri mattina, dopo un’intensa giornata di serrate attività investigative, i Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto hanno dato esecuzione al provvedimento di fermo di persona gravemente indiziata di delitto, emesso dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto, Dott. Fabio Sozio, nei confronti di Alessandro Crisafulli, 27enne, operaio con precedenti di polizia, per il reato di omicidio volontario aggravato in danno del fratello convivente Roberto, di anni 31.

Il provvedimento dell’ufficio di Procura è stato adottato nelle prime ore di ieri a conclusione di una notte di interrogatori ed escussioni testimoniali, condotti dai magistrati inquirenti Dott. Francesco Massara, Procuratore della Repubblica facente funzioni e Dott. Fabio Sozio, unitamente ai militari del Comando Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto, proprio negli uffici della Caserma sede di quel Comando.

Le attività d’indagine si sono susseguite tutta la giornata al fine di far luce sull’esatta dinamica dei fatti che hanno portato alla morte dell’operaio 32enne, colpito, intorno alle 06.30 di venerdì, da un mortale colpo di fucile all’addome mentre si trovava all’interno dell’abitazione dove stabilmente dimorava con i due genitori e il fratello Alessandro.

I militari dell’Arma sono intervenuti alle prime ore di venerdì, proprio su richiesta di soccorso, giunta al 112, da parte della madre dei fratelli Crisafulli perché il figlio Roberto stava dando in escandescenze da tutta la notte, minacciando i familiari, distruggendo oggetti e mettendo a soqquadro la casa. Tuttavia la scena che osservano i carabinieri al momento del loro arrivo, dopo pochissimi minuti dalla chiamata di emergenza, è molto più drammatica. Trovano la donna in lacrime e constatano la presenza di Crisafulli Roberto, riverso sul pavimento, già in fin di vita.

Inutili i soccorsi del 118 che giungono quando ormai la vittima è già deceduta. All’interno dell’abitazione i militari trovano anche il padre della vittima e il fratello Alessandro che, in stato di shock e con lo sguardo assente, si dichiara da subito l’autore del reato. Analoga versione viene immediatamente riferita anche dal padre e dalla madre che, in lacrime, continua a ripetere “ho perso due figli”, abbracciando Alessandro.

Sul posto vengono eseguiti i rilievi tecnici del caso con personale del Nucleo Operativo della Compagnia di Barcellona e la presenza del Medico Legale, Prof. Cardia di Messina. Tutti e tre i familiari, nell’immediatezza, vengono sottoposti all’esame delle “STUB” per verificare la presenza di polveri volatili depositatesi sui loro corpi a seguito dell’esplosione del colpo di fucile che ha ucciso Roberto. L’arma del delitto, il fucile cal. 12 di proprietà del padre e legittimamente detenuto, viene posta in sequestro così come diverse cartucce da caccia e l’intero appartamento, cui vengono posti i sigilli a conclusione delle operazioni di sopralluogo.

Nella mattinata di ieri vengono escussi i genitori della vittima, dalle loro versioni, precise e circostanziate, emerge un quadro chiaro dell’evento. Roberto, come purtroppo accadeva molto frequentemente negli ultimi anni, era rientrato in casa a notte fonda in stato di profonda alterazione dovuta all’assunzione di sostanze alcoliche.

In quello stato aveva iniziato a inveire contro la famiglia, a minacciarli, a tenere condotte aggressive e violente. Al culmine della sua agitazione, sempre secondo la versione resa dai due coniugi Crisafulli, Alessandro, esasperato da quanto stava accadendo, esplodeva un colpo d’arma da fuoco con il fucile del padre colpendo mortalmente il fratello.

Nel pomeriggio di ieri, con garanzie difensive, è stato interrogato Crisafulli Alessandro che, diversamente da quanto riferito ai Carabinieri giunti sul luogo nel primo intervento, dichiara di non essere stato lui a esplodere il colpo mortale, ma il padre. Sulla scorta delle nuove emergenze investigative i magistrati della Procura e i Carabinieri di Barcellona hanno nuovamente ascoltato i coniugi Crisafulli i quali hanno fornito una seconda versione dell’evento, completamente diversa dalla prima, che solleva il figlio Alessandro da ogni responsabilità.

Queste deposizioni successive come si evince dai provvedimenti della Procura sono risultate “intrinsecamente contraddittorie e tra loro contrastanti”, un tentativo di “preservare da conseguenze giudiziarie assai gravi il membro della famiglia più giovane di età a discapito dell’anziano genitore”.

Per meglio inquadrare le nuove dichiarazione e la loro attendibilità, nottetempo, sono stati escussi anche altri parenti e testimoni le cui deposizioni hanno avvalorato l’infondatezza della seconda versione fornita dai coniugi Crisafulli.

Al contrario i gravi indizi di colpevolezza emersi nei confronti del Crisafulli Alessandro, hanno condotto all’adozione della misura precautelare del fermo di indiziato di delitto, al quale i Carabinieri hanno dato immediata esecuzione accompagnando l’indagato al carcere di Messina di Gazzi, in attesa dell’udienza di convalida che si terrà lunedì.  Ieri l’esame autoptico della salma di Roberto Crisafulli.

 

 

 

Redazione da comunicato stampa

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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