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A18 – A20 – Autostrade per il Camel Trophy o la Parigi-Dakar

A18 – A20 – Autostrade per il Camel Trophy o la Parigi-Dakar
Luglio 02
12:26 2019

Chi percorre l’A20 Palermo-Messina e l’A18 Messina-Catania ha mille buone ragioni per votarsi al proprio santo protettore.

In genere chi si serve dell’autostrada lo fa per accelerare i tempi dei collegamenti; spesso, però, percorrere le due sopra citate non aiuta in tal senso. Deviazioni, cambi di corsia, rallentamenti sono ormai all’ordine del giorno, per cui chi pensa di dover imboccare tali autostrade farà bene a partire in…anticipo per rimanere nei tempi necessari per raggiungere la meta.

E ciò che fa pensare, al di là del fatto che il pedaggio sia piuttosto salato, è che quotidianamente si aggiungono “novità” che provocano ulteriori disagi agli utenti. Disagi accresciuti da un manto stradale degno – a dir poco – di una trazzera di campagna, da gallerie scarsamente illuminate o talvolta completamente al buio, da avvallamenti, da una manutenzione, insomma, pressochè assente o quantomeno deficitaria. C’è poco da stupirsi, allora, se poi si verifichino, con drammatica cadenza, continui incidenti, spesso, purtroppo, mortali, perché sono la logica conseguenza di uno stato di abbandono quasi totale.

Se poi entriamo ancor più nello specifico, il tratto che dal casello di Villafranca porta a Boccetta e viceversa è da film dell’orrore, con file lunghissime ed andatura a passo d’uomo, così come i chilometri che dal casello di Tremestieri portano fino a Taormina, dove si aggiunge anche una carreggiata sicuramente non degna di essere definita autostrada. Proprio come se ci si trovasse nel centro cittadino nell’ora di punta ! E poi alcuni chilometri prima di Fiumefreddo unica corsia ed altri inevitabili rallentamenti.

Deviazioni – con spostamento sulla corsia di sorpasso –  prima del casello di Patti, Milazzo e Rometta e subito dopo l’area di servizio di Tindari, nella direzione Palermo-Messina, tanto per citarne alcune. Potremmo riportare altri esempi, ma faremmo prima ad evidenziare i tratti – pochi – in cui si può procedere “normalmente”.

A far crescere la rabbia negli utenti il fatto che, spesso, nei tratti “chiusi” non si vede la benché minima ombra di qualche operaio. Qualcuno poi potrà spiegarci perché nelle gallerie “Tindari” e “Capo d’Orlando”, interessate da anni di lavori, sebbene riaperte da tempo sia ancora interdetta la corsia di sorpasso ? se a tutto ciò aggiungiamo la scarsa prudenza di molti automobilisti e di chi è alla guida di mezzi pesanti, è ancor più chiaro perché mettersi in viaggio in un simile scenario sia alquanto rischioso.

Davvero uno scenario indecente, in una zona che si fregia dell’aggettivo “turistica” e lo potrebbe essere davvero ad altissimi livelli solo se i servizi fossero adeguati. Saremo tacciati di essere i soliti, incalliti, inguaribili pessimisti, ma di questo passo le autostrade che ci “interessano” più da vicino potranno ospitare il Camel Trophy o la Parigi-Dakar.

Intanto, non dimenticate mai di invocare, prima e durante il viaggio sull’A18 e sull’A20, il vostro santo protettore. La sua “assistenza” potrebbe risultare determinante !

Nicola Arrigo

 
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Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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