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PATTI – Ironico, sferzante, osservatore acuto e memoria storica del paese. In cielo per la voglia di credere ancora in certi ideali .

PATTI – Ironico, sferzante, osservatore acuto e memoria storica del paese. In cielo per la voglia di credere ancora in certi ideali .
Maggio 04
15:11 2025

Con il signor Pasquale Magistro o don Pasqualino, com’era maggiormente conosciuto, scompare uno degli ultimi “personaggi” della città di Patti.

Ironico, sferzante, osservatore acuto e memoria storica del paese, è stato anche tra gli ultimi frequentatori assidui del consiglio comunale di Patti, quando andare a vedere e sentire le sedute consiliari regalava ai cittadini il senso della battaglia politica, il gusto di scommettersi per determinati principi, la voglia di credere in certi ideali.

Elettricista, già titolare di un negozio di materiale elettrico in via XX Settembre e gestore del chiosco della villa comunale, fino all’ultimo si è fatto notare per la sua passione politica, per essere di sinistra, comunista, quando questa parola aveva davvero un senso ed insieme agli altri ci si prodigava a combattere per un mondo migliore, si partecipava ai comizi, alle riunioni, ci si impegnava nelle campagna elettorale, si parlava con tutti senza paura.

Negli ultimi tempi aveva proseguito le sue iniziative ed erano sempre proverbiali le sue dichiarazioni e le sue istanze per il pass dei disabili, il parcheggio dei disabili in città e presso l’ospedale “Barone Romeo”, i richiami alle istituzioni perchè rispettassero ciò che invece nessuno o quasi nessuno rispetta, i richiami a quei diritti che la sua passione politica e quel colore rosso gli hanno inculcato da giovane e lo hanno condotto per tutta la sua vita.

E ricordando un pezzo magistrale di Giorgio Gaber “Qualcuno era comunista”, un passaggio che credo sia la migliore conclusione di questo breve messaggio per ricordare la vita di un uomo che credeva…..”Qualcuno, qualcuno credeva di essere comunista e forse era qualcos’altro/ Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana/ Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice, solo se lo erano anche gli altri/ Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perché sentiva la necessità di una morale diversa, perché forse era solo una forza, un volo, un sogno/Era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita”.

Massimo Natoli

 
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