Patti24

 Breaking News

PATTI – Decreto ingiuntivo per Poste Italiane. Tre pattesi hanno ottenuto il corretto rendimento dei loro buoni fruttiferi.

PATTI – Decreto ingiuntivo per Poste Italiane. Tre pattesi hanno ottenuto il corretto rendimento dei loro buoni fruttiferi.
Giugno 12
12:07 2018

Decreto ingiuntivo per Poste Italiane: tre risparmiatori pattesi hanno ottenuto il pagamento del corretto rendimento dei loro buoni fruttiferi postali trentennali sottoscritti, dagli stessi, nei primi anni 80.

Questo il provvedimento emesso dal Tribunale di Patti, a firma dal Giudice Dott. ssa Concetta Alaqua , che – con decreto motivato di ingiunzione di pagamento nei confronti di poste italiane s.p.a – ha pertanto accolto il ricorso di tre assistiti rappresentati dell’avv. Annalisa Salpietro Damiano .

In sintesi, la questione nacque nel momento in cui i ricorrenti che avevano portato all’incasso una serie di buoni fruttiferi postali giunti a scadenza trentennale, confidando di riscuotere i rendimenti indicati sul retro dei buoni stessi e che sfioravano punte del 18%/20% (ben diversi dunque dai rendimenti odierni) , si erano visti pagare interessi soltanto per la metà.

Poste italiane aveva giustificato tale decurtazione dei rendimenti con l’applicazione di tassi inferiori sanciti con il decreto ministeriale del 13/06/1986 e quindi successivo all’emissione e sottoscrizione dei suddetti buoni.

La s.p.a, in sostanza, aveva riconosciuto solo il rendimento previsto per i buoni di nuova emissione previsti nel citato decreto ministeriale applicando dunque i relativi tassi d’interesse anche a tutti i buoni postali emessi nel decennio precedente. Tutto ciò avveniva, inoltre, senza avvertire i risparmiatori che certi delle condizioni di restituzione pattuite non si aspettavano tale divergenza, applicata il più delle volte senza essere portata a conoscenza.

Il Tribunale di Patti, adesso, ha ritenuto illegittima detta pratica, accolto il ricorso dell’avv. Salpietro Damiano, e condannato Poste italiane al pagamento di somme residue per circa 50.000 €, uniformandosi in tal modo a una pacifica giurisprudenza della Corte di Cassazione che stabilisce l’illegittimità di una capitalizzazione diversa da quella scritta sul retro dei buoni e pertanto conosciuta dall’utente.

La sottoscrizione dei buoni rappresenta infatti un vero e proprio contratto stipulato con poste italiane le cui condizioni di sottoscrizione non possono quindi essere modificate in corso di validità dei buoni stessi neanche nel caso in cui tali diminuzioni dei tassi di interesse siano avvenute successivamente per decreto ministeriale.

Soddisfazione per il risultato viene espressa dallo stesso legale: “l’accoglimento del ricorso per decreto ingiuntivo ha costituito inoltre una procedura snella che completa quella necessaria tutela del risparmio diffuso non alterando la funzione propria dei buoni fruttiferi da sempre considerati un solido strumento di risparmio e dunque contribuendo in tal modo a rifondere fiducia nell’utenza soprattutto di una certa età che con fatica è riuscita a mettere da parte piccole somme per se o i propri cari.”

 

 

Sara Gaglio

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.