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MXGP – Gp d’Asia. Il pilota pattese Tony Cairoli ha dovuto inchinarsi all’assoluto dominatore della scena, l’olandese Jeffrey Herlings

MXGP – Gp d’Asia. Il pilota pattese Tony Cairoli ha dovuto inchinarsi all’assoluto dominatore della scena, l’olandese Jeffrey Herlings
Luglio 08
20:05 2018

Tony Cairoli non è uno che sì arrende facilmente, ma indubbiamente il Gp d’Asia, tredicesima prova del Mondiale di motocross Mxgp, disputato sul circuito di Semarang, in Indonesia, ha inferto un altro “colpo”, sia pure non eccessivamente violento, alle sue ambizioni di vincere il decimo titolo iridato.

Come spesso già accaduto nel corso della stagione, il pilota di Patti ha dovuto inchinarsi all’assoluto dominatore della scena, l’olandese Jeffrey Herlings, suo compagno alla Ktm, che ha confermato di essersi subito ripreso dall’infortunio alla clavicola che l’aveva costretto, un mese fa, a “saltare” il Gp italiano di Ottobiano.

Cairoli, di contro, ha alla lunga risentito della “dura botta” riportata al pollice la domenica precedente, nel gran premio corso sempre in Indonesia e nulla ha potuto contro lo strapotere orange, badando, alla fine, soprattutto a limitare i danni.

Anche perché, nella seconda manche, l’alfiere del Team De Carli, nel tentativo di rimontare dopo una difficile partenza, è caduto, scivolando fino al settimo posto, prima di risalire poi al quarto, stesso piazzamento ottenuto, alla fine, nel Gp. Ciò significa che il “furetto” ha visto raddoppiare il distacco in classifica generale da Herlings, salito da 12 a 24 punti (583 a 559).

Eppure, in “gara 1”, Tony aveva centrato l’holeshot, mentre Herlings si era ritrovato quarto. Ben presto, però, veniva superato da Gajser, prima che Herlings iniziasse il suo forcing, che completava superando il pilota sloveno a 4 minuti dal termine e mantenendo la testa fin sotto la bandiera a scacchi. Cairoli non riusciva, di contro, ad impensierire Gajser e doveva accontentarsi della terza piazza, dopo avere, anzi, resistito agli attacchi di Romain Febvre, prima che quest’ultimo cadesse e lo lasciasse più “tranquillo”.

La seconda manche, invece, era senza storia; Herlings scattava in testa fin dal cancelletto e non concedeva alcuna chanche ai rivali. Cairoli, invece, si ritrovava sesto e non riusciva a recuperare; anzi, come detto, cadeva; più col “cuore” che con la forza fisica, risaliva qualche posizione, senza, però, impensierire mai i primi tre e rimanendo così ai piedi del podio.

Restano sette gare da disputare (la prossima sarà il 22, a Loket, col Gp della Repubblica Ceca), per cui Tony avrà modo di recuperare anche la piena efficienza fisica, ma la vigoria di Herlings, sebbene neppure lui fosse al top della forma, confermata prepotentemente pure a Semarang, fa pendere sempre più la bilancia a favore dell’olandese.

Ci vorrà un Cairoli “alla grande” per contrastare un avversario che ha vinto 10 Gp su 13 (di fatto, per lui, su 12, perchè uno non l’ha corso), 19 manche su 26 (per lui 24, perché 2 non le ha corse) e piazzato 8 doppiette. Ma Tony ha il dovere di crederci – e lo farà sicuramente – fino in fondo.

 

 

Nicola Arrigo

Se adeguarsi vuol dire rubare, io non mi adeguo.

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